ROMA, mercoledì, 24 settembre 2008 (ZENIT.org).- Accolto questo mercoledì al Parlamento Europeo, riunito in seduta solenne, il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I ha parlato della “necessità del dialogo tra la fedi e le culture per costruire un ecumene di pace” e dell'importanza di garantire i diritti delle minoranze.
Dicendosi “contrario a ogni guerra e a ogni forma di violenza e di intolleranza”, il Patriarca ha rilanciato il “Progetto europeo” alla base della coesistenza pacifica di Stati precedentemente in guerra fra loro ed ha perorato l'adesione della Turchia all'Unione Europea.
Presentando il Patriarca ecumenico, il Presidente del Parlamento Europeo, Hans Gert Pöttering, ha evidenziato i valori fondanti dell'Unione Europea, il più importante dei quali è la dignità umana, a cui è strettamente legata la libertà di religione.
Ricordando poi la metafora di un'Europa che respira con due polmoni usata da Papa Giovanni Paolo II, dopo la caduta del comunismo nell'Europa centrale e orientale, Pöttering ha parlato della ricchezza portata nell'UE ampliata grazie alle visioni differenti della cristianità occidentale e di quella orientale.
Nel prendere la parola, il Patriarca Bartolomeo I ha ricordato che “oggi, possediamo tutti i mezzi tecnologici per trascendere l'orizzonte della nostra autoconsapevolezza culturale, tuttavia, continuiamo ad assistere agli effetti terribili della frammentazione umana”.
A questo proposito ha parlato del fondamentalismo e del nazionalismo estrimistico spesso terreno fertile di atrocità, a cui si contrappone il dialogo interculturale come radice del significato di "essere umano".
In mancanza di tale dialogo, ha continuato, le differenze nella famiglia umana si riducono a "oggettificazione" dell'altro e portano all'abuso, al conflitto e alla persecuzione, ovvero a “un suicidio umano su vasta scala”.
Per questo Bartolomeo I ha sostenuto che affinché il dialogo sia più di un mero scambio culturale è necessario instaurare una comprensione profonda dell'interdipendenza di ogni singolo individuo con gli altri individui.
Il Patriarca ha poi posto in luce la necessità di rispettare i diritti delle minoranze contro politiche di esclusione e repressione.
Il “primus inter pares” del mondo ortodosso si è qui espresso a favore dell'ingresso nell'Unione Europea della Turchia, ricordando al contempo che quest'ultima “deve promuovere il dialogo e la tolleranza al suo interno” e la tutela dei diritti fondamentali “fra i quali le libertà religiose”.
Rilevando una certa esitazione europea nell'aprirsi a un paese formato prevalentemente da musulmani, Bartolomeo I ha detto che le grandi religioni possono essere una forza che trascende il nazionalismo e il fondamentalismo, concentrando i fedeli su ciò che accomuna gli esseri umani.
Bartolomeo I ha quindi confermato la volontà del Patriarcato ecumenico di contribuire con tutta la sua forza alla pace e alla prosperità, e all'avanzamento nel dialogo ecumenico.
“Siamo tutti fratelli e sorelle, figli dello stesso Padre celeste e, su questo magnifico pianeta di cui tutti siamo responsabili, c'è posto per tutti ma non c'è posto per le guerre e neppure per coloro che uccidono i propri simili”, ha quindi concluso.