Il convegno, ha spiegato il Pontefice, avviene nell’Anno Paolino e alla vigilia della XII Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio, “due momenti significativi della vita ecclesiale, che ci aiutano a mettere in luce alcuni aspetti della spiritualità e della missione del Vescovo”.
Portando come esempio la figura di San Paolo, Benedetto XVI l’ha definito “un maestro e un modello soprattutto per i Vescovi”, dal quale bisogna apprendere “innanzitutto un grande amore per Gesù Cristo”.
L’amore di Paolo per Cristo, ha proseguito il Pontefice, “ci commuove per la sua intensità”, e il suo esempio chiama i Vescovi “a crescere ogni giorno nella santità della vita per avere gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù”.
Il primo impegno spirituale ed apostolico del Vescovo, dunque, deve essere quello di progredire nella via della perfezione evangelica. Per fare ciò, un ausilio fondamentale è innanzitutto la Parola di Dio, “che deve avere una sua indiscussa centralità” nella sua vita e nella sua missione.
“Vi esorto, pertanto, cari Vescovi, ad affidarvi ogni giorno alla Parola di Dio per essere maestri della fede ed autentici educatori dei vostri fedeli; non come coloro che mercanteggiano tale Parola, ma come coloro che con sincerità e mossi da Dio e sotto il suo sguardo parlano di Lui”, ha detto il Papa ai presenti.
Meditare sulla Parola è fondamentale anche per “far fronte alla grande sfida del secolarismo proprio della società contemporanea” ed “essere banditore efficace nell’annunciarla, dottore autentico nell’illustrarla e difenderla, maestro illuminato e sapiente nel trasmetterla”.
“Progredendo nella via della santità, esprimerete quell’indispensabile autorevolezza morale e quella prudente saggezza che si richiede a chi è posto a capo della famiglia di Dio”, ha affermato il Papa.
“Il vostro ministero sarà pastoralmente fruttuoso soltanto se poggerà sulla vostra santità di vita: l’autorevolezza del Vescovo” “nasce dalla testimonianza, senza la quale difficilmente i fedeli potranno scorgere nel Vescovo la presenza operante di Cristo nella sua Chiesa”.
Il Pontefice ha anche chiesto ai Vescovi di seguire attentamente i sacerdoti, non risparmiando “sforzi nel mettere in atto tutte le iniziative, compresa quella di una concreta comunione di vita indicata dal Concilio Vaticano II, grazie alla quale i sacerdoti siano aiutati a crescere nella dedizione a Cristo e nella fedeltà al ministero sacerdotale” e cercando di “promuovere una vera fraternità sacerdotale che contribuisca a vincere l’isolamento e la solitudine, favorendo il sostegno vicendevole”.
Allo stesso modo, ha esortato all’attenzione nei confronti dei giovani, curando soprattutto i seminaristi “nella consapevolezza che il Seminario è il cuore della diocesi” e sensibilizzando “le famiglie, le parrocchie, gli istituti educativi, perché aiutino le nuove generazioni a cercare e a scoprire il progetto di Dio sulla loro vita”.
I giorni che i presuli stanno trascorrendo a Roma per approfondire i compiti che li attendono e rinnovare la professione della loro fede sulla tomba di Pietro “devono costituire anche una singolare esperienza di quella collegialità che ‘fondata… sull’ordinazione episcopale e sulla comunione gerarchica… tocca la profondità dell’essere di ogni Vescovo e appartiene alla struttura della Chiesa come è stata voluta da Gesù Cristo’”, ha osservato il Papa citando l’Esortazione apostolica Pastores gregis (n. 8).
“Questa esperienza di fraternità, di preghiera e di studio accanto alla sede di Pietro alimenti in ciascuno di voi il sentimento di comunione con il Papa e con i vostri Confratelli e vi apra alla sollecitudine per tutta la Chiesa”, ha auspicato.