Discorso del Pontefice ai partecipanti al Congresso Internazionale degli Abati Benedettini

CASTEL GANDOLFO, domenica, 21 settembre 2008 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito il discorso che Benedetto XVI ha pronunciato questo sabato mattina nella Sala degli Svizzeri del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo ricevendo in udienza i partecipanti al Congresso Internazionale degli Abati Benedettini.

 

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Cari Padri Abati,

Care Sorelle Abbadesse,

con grande gioia vi accolgo e vi saluto in occasione del Congresso internazionale che ogni quattro anni vede riuniti a Roma tutti gli Abati della vostra Confederazione e i Superiori dei Priorati indipendenti, per riflettere e discutere sulle modalità con le quali incarnare il carisma benedettino nel presente contesto sociale e culturale e rispondere alle sfide sempre nuove che esso pone alla testimonianza del Vangelo. Saluto innanzitutto l’Abate Primate Dom Notker Wolf lo ringrazio per quanto a nome di tutti ha espresso. Saluto altresì il gruppo di Abbadesse, venute in rappresentanza della Communio Internationalis Benedictinarum, come pure i Rappresentanti ortodossi.

In un mondo desacralizzato e in un’epoca segnata da una preoccupante cultura del vuoto e del “non senso”, voi siete chiamati ad annunciare senza compromessi il primato di Dio e ad avanzare proposte di eventuali nuovi percorsi di evangelizzazione. L’impegno di santificazione, personale e comunitaria, che perseguite e la preghiera liturgica che coltivate vi abilitano ad una testimonianza di particolare efficacia. Nei vostri monasteri, voi per primi rinnovate e approfondite quotidianamente l’incontro con la persona del Cristo, che avete sempre con voi come ospite, amico e compagno. Per questo i vostri conventi sono luoghi dove uomini e donne, anche nella nostra epoca, accorrono per cercare Dio e imparare a riconoscere i segni della presenza di Cristo, della sua carità, della sua misericordia. Con umile fiducia non stancatevi di condividere, con quanti si rivolgono alle vostre sollecitudini spirituali, la ricchezza del messaggio evangelico, che si riassume nell’annuncio dell’amore del Padre misericordioso, pronto ad abbracciare in Cristo ogni persona. Continuerete così ad offrire il vostro prezioso contributo alla vitalità e alla santificazione del Popolo di Dio, secondo il peculiare carisma di San Benedetto da Norcia.

Cari Abati e Abbadesse, voi siete custodi del patrimonio di una spiritualità radicalmente ancorata al Vangelo. Per ducatum evangelii pergamus itinera eius, dice San Benedetto nel Prologo della Regola.  Proprio questo vi impegna a comunicare e donare agli altri i frutti della vostra esperienza interiore. Conosco ed apprezzo molto la generosa e competente opera culturale e formativa che tanti vostri monasteri svolgono, specialmente in favore delle giovani generazioni, creando un clima di accoglienza fraterna che favorisce una singolare esperienza di Chiesa. In effetti, è di primaria importanza preparare i giovani ad affrontare il loro avvenire e a misurarsi con le molteplici esigenze della società avendo un costante riferimento con il messaggio evangelico, che è sempre attuale, inesauribile e vivificante. Dedicatevi, pertanto, con rinnovato ardore apostolico ai giovani, che sono il futuro della Chiesa e dell’umanità. Per costruire un’Europa “nuova” occorre infatti incominciare dalle nuove generazioni, offrendo loro la possibilità di accostare intimamente le ricchezze spirituali della liturgia, della meditazione, della lectio divina.

Quest’azione pastorale e formativa, in realtà, è quanto mai necessaria per l’intera famiglia umana. In tante parti del mondo, specialmente dell’Asia e dell’Africa, vi è grande bisogno di spazi vitali d’incontro con il Signore, nei quali attraverso la preghiera e la contemplazione si ricuperino la serenità e la pace con se stessi e con gli altri. Pertanto, non mancate di venire incontro con cuore aperto alle attese di quanti, anche al di fuori dell’Europa, esprimono il vivo desiderio della vostra presenza e del vostro apostolato per poter attingere alle ricchezze della spiritualità benedettina. Lasciatevi guidare dall’intimo desiderio di servire con carità ogni uomo, senza distinzioni di razza e di religione. Con profetica libertà e saggio discernimento, siate presenze significative dovunque la Provvidenza vi chiami a stabilirvi, distinguendovi sempre per l’armonico equilibrio di preghiera e di lavoro che caratterizza il vostro stile di vita.

E che dire della celebre ospitalità benedettina? Essa è una vostra peculiare vocazione, un’esperienza pienamente spirituale, umana e culturale. Anche qui vi sia equilibrio: il cuore della comunità sia spalancato, ma i tempi e i modi dell’accoglienza siano ben proporzionati. Così potrete offrire agli uomini e alle donne del nostro tempo la possibilità di approfondire il senso dell’esistenza nell’orizzonte infinito della speranza cristiana, coltivando il silenzio interiore nella comunione della Parola di salvezza. Una comunità capace di autentica vita fraterna, fervente nella preghiera liturgica, nello studio, nel lavoro, nella disponibilità cordiale al prossimo assetato di Dio, costituisce il migliore impulso per far sorgere nei cuori, specialmente dei giovani, la vocazione monastica e, in generale, un fecondo cammino di fede.

Vorrei dirigere una parola speciale alle rappresentanti delle monache e suore benedettine. Care sorelle, anche voi come altre famiglie religiose soffrite, soprattutto in alcuni Paesi, della scarsità di nuove vocazioni. Non lasciatevi scoraggiare, ma affrontate queste dolorose situazioni di crisi con serenità e con la consapevolezza che a ciascuno è richiesto non tanto il successo, quanto l’impegno della fedeltà. Ciò che si deve assolutamente evitare è il venir meno dell’adesione spirituale al Signore e alla propria vocazione e missione. Perseverando fedelmente in essa si confessa invece, con grande efficacia anche di fronte al mondo, la propria ferma fiducia nel Signore della storia, nelle cui mani sono i tempi e i destini delle persone, delle istituzioni, dei popoli, e a Lui ci si affida anche per quanto attiene le attuazioni storiche dei suoi doni. Fate vostro l’atteggiamento spirituale della Vergine Maria, contenta di essere “ancilla Domini“, totalmente disponibile alla volontà del Padre celeste.

Cari monaci, monache e suore, grazie di questa gradita visita! Vi accompagno con la mia preghiera, affinché nei vostri incontri di queste giornate congressuali possiate discernere le modalità più opportune per testimoniare visibilmente e chiaramente nello stile di vita, nel lavoro e nella preghiera l’impegno di una imitazione radicale del Signore. Maria Santissima sostenga ogni vostro progetto di bene, vi aiuti ad avere sempre dinanzi agli occhi, prima di ogni altra cosa, Dio e vi accompagni maternamente nel vostro cammino. Mentre invoco copiosi doni celesti a sostegno di ogni vostro generoso proposito, imparto di cuore a voi e all’intera Famiglia benedettina una speciale Benedizione Apostolica.

[© Copyright 2008 – Libreria Editrice Vaticana]

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ZENIT Staff

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