ROMA, mercoledì, 17 settembre 2008 (ZENIT.org).- Dal 18 al 21 settembre prossimo, presso il Monastero di Bose, in Piemonte, si terrà la XVI edizione del Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa.
Promosso e organizzato dallo stesso Monastero in collaborazione e con il patrocinio congiunto del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli e del Patriarcato di Mosca, il Convegno prosegue un’ormai pluriennale tradizione di incontri ecumenici, iniziata nel 1993, e intende offrire un’occasione di scambio fraterno e di riflessione condivisa su temi essenziali della vita spirituale, dove le tradizioni dell’Oriente e dell’Occidente cristiani intersecano gli interrogativi profondi dell’uomo contemporaneo.
L’edizione di quest’anno, che i promotori hanno voluto dedicare in modo particolare alla memoria di Emilianos Timiadis metropolita di Silyvria (1916-2008), testimone della tradizione spirituale dell’Ortodossia nel mondo contemporaneo, affronta il tema della “Paternità Spirituale nella tradizione ortodossa”.
Il tema che sarà approfondito nei suoi aspetti biblici, spirituali, liturgici, teologici e antropologici, interpellando l’insieme della tradizione spirituale ortodossa.
Il Convegno riunirà numerosi esponenti del mondo accademico, culturale e religioso, provenienti da Francia, Germania, Grecia, Italia, Russia, Serbia, Bielorussia, Ucraina, Romania, Bulgaria, Georgia, Libano, Austria, Belgio, Regno Unito, Spagna, Svezia Lussemburgo, Portogallo, Estonia e Repubblica Ceca.
Accanto ai membri del comitato scientifico (Nina Kauchtschischwili di Bergamo, Hervé Legrand di Parigi, Michel Van Parys di Chevetogne, Belgio, Antonio Rigo di Venezia, e Giorgio Cracco e Roberto Salizzoni dell’Università di Torino), saranno presenti i maggiori specialisti a livello internazionale, e numerosi rappresentanti, ai più alti livelli, della Chiesa cattolica, delle Chiese ortodosse, e delle Chiese della Riforma.
La presenza inoltre di numerosi monaci e monache, provenienti da monasteri di Oriente (Grecia, Russia, Bulgaria, Romania, Monte Sinai) e di Occidente (Belgio, Francia, Italia, Svizzera) contribuirà a creare attorno allo svolgimento dei lavori un clima fraterno di comunione e di condivisione delle rispettive tradizioni spirituali.
In una intervista alla “Radio Vaticana” il Priore di Bose, Enzo Bianchi, che aprirà i lavori presentando il tema della paternità spirituale a partire dai testi biblici, ha detto che si tratta di “un ministero molto sentito, in grande risveglio in tutte le Chiese ortodosse ma anche nella Chiesa cattolica”.
“E’ un ministero molto necessario nella vita ecclesiale – ha aggiunto –, di cui oggi forse si comincia anche a percepire una rinascita, perché c’è stata indubbiamente con ogni probabilità una reazione delle generazioni precedenti nella loro ‘rivolta’ verso il ‘padre’”.
“Oggi i giovani sentono il bisogno di qualcuno che, più esperto, li accompagni nella sequela del Signore che non sia tanto uno che comanda, quanto uno che pone domande, che li aiuta a vedere la loro autentica vita spirituale e la sequela del Signore Gesù Cristo”, ha sottolineato Enzo Bianchi.
“Le nuove generazioni sono state effettivamente ferite da questa rivoluzione contro il ‘padre’ che c’è stata, perché in qualche misura li ha resi orfani – ha osservato –. Oggi sentono il bisogno di tornare a Dio, di sentire la paternità spirituale”.
“Non dimentichiamo che il termine con cui Gesù chiamava Dio era proprio ‘Abba’ – ‘papà caro’, ‘papà amato’. E questa confidenza, secondo me oggi i giovani la sentono come una nostalgia”, ha concluso.
[Per informazioni: http://www.monasterodibose.it]