Benedetto XVI: “La potenza dell’amore è più forte del male”

Il messaggio lasciato da Maria 150 anni fa è un messaggio di speranza

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LOURDES, domenica, 14 settembre 2008 (ZENIT.org).- Benedetto XVI ha lanciato un messaggio di speranza nel corso della Messa che ha presieduto questa domenica a Lourdes, sui Pirenei francesi, in occasione dei 150 anni delle apparizioni della Vergine Maria: “La potenza dell’amore è più forte del male che ci minaccia.

Nel corso della sua omelia, il Pontefice ha presentato “l’essenziale del messaggio di Lourdes” ai 150.000 pellegrini riuniti sotto un cielo limpido. Hanno concelebrato l’Eucaristia con il Papa 230 Vescovi e mille sacerdoti. Per poter essere presenti, circa 5.000 persone avevano trascorso la notte precedente nella basilica sotterranea di San Pio X.

Nel giorno in cui la liturgia della Chiesa celebrava la festa dell’Esaltazione della Santa Croce, il Papa ha ricordato che “è significativo” che nella prima apparizione a Santa Bernadette Soubirous (1844-1879) Maria abbia iniziato il suo incontro con il segno della croce.

“Il segno della Croce è in qualche modo la sintesi della nostra fede, perché ci dice quanto Dio ci ha amati; ci dice che, nel mondo, c’è un amore più forte della morte, più forte delle nostre debolezze e dei nostri peccati. La potenza dell’amore è più forte del male che ci minaccia”, ha affermato.

Secondo Benedetto XVI, “è questo mistero dell’universalità dell’amore di Dio per gli uomini che Maria è venuta a rivelare qui, a Lourdes. Essa invita tutti gli uomini di buona volontà, tutti coloro che soffrono nel cuore o nel corpo, ad alzare gli occhi verso la Croce di Gesù per trovarvi la sorgente della vita, la sorgente della salvezza”.

Bernadette fu testimone delle 18 apparizioni della Vergine tra l’11 febbraio e il 18 luglio 1858 nella grotta di Massabielle. Oggi Lourdes accoglie ogni anno circa sei milioni di pellegrini. L’Ufficio Medico dei Santuari ha riconosciuto 67 miracoli (guarigioni scientificamente inspiegabili). Questa istituzione riceve ogni anno indicazioni di circa 35 casi di possibili miracoli; nella maggior parte dei casi, le indagini non hanno seguito.

Approfondendo il messaggio di Lourdes, il successore di Pietro ha ricordato che la Vergine si è presentata a Bernadette con questo nome: “Io sono l’Immacolata Concezione”.

“Maria le rivela così la grazia straordinaria che ha ricevuto da Dio, quella di essere stata concepita senza peccato, perché ‘ha guardato l’umiltà della sua serva’”. “Presentandosi così in una dipendenza totale da Dio – ha spiegato –, Maria esprime in realtà un atteggiamento di piena libertà, fondata sul pieno riconoscimento della sua vera dignità”.

“E’ la strada che Maria apre anche all’uomo – ha osservato il Papa –. Rimettersi completamente a Dio è trovare il cammino della libertà vera. Perché volgendosi a Dio, l’uomo diventa se stesso. Ritrova la sua vocazione originaria di persona creata a sua immagine e somiglianza”.

A Lourdes, ha aggiunto, “Maria viene a noi come la madre, sempre disponibile ai bisogni dei suoi figli. Attraverso la luce che emana dal suo volto, è la misericordia di Dio che traspare. Lasciamoci toccare dal suo sguardo: esso ci dice che siamo tutti amati da Dio, mai da Lui abbandonati”.

Per questo, ha concluso, “il messaggio di Maria è un messaggio di speranza per tutti gli uomini e per tutte le donne del nostro tempo, di qualunque Paese siano”.

Il Papa ha confessato che ama invocare Maria come “Stella della speranza”, come fa al numero 50 della sua seconda Enciclica, Spe salvi.

“Sulle strade delle nostre vite, così spesso buie, lei è una luce di speranza che ci rischiara e ci orienta nel nostro cammino. Mediante il suo ‘sì’, mediante il dono generoso di se stessa, ha aperto a Dio le porte del nostro mondo e della nostra storia”.

Dopo l’omelia, interrotta in varie occasioni dagli applausi, con un’iniziativa poco comune il Papa ha lasciato un lungo momento di silenzio per favorire la meditazione sul messaggio di Lourdes.

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ZENIT Staff

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