PARIGI, sabato, 13 settembre 2008 (ZENIT.org).- La visita del Papa di questo sabato al tempio della cultura francese, l’Institut de France, con sede a Parigi, è stata anche un’occasione per lui per affermare pubblicamente il legame che lo lega a questo paese.
“E’ un piacere per me profittare di questa felice occasione per sottolineare i vincoli profondi che mi legano alla cultura francese, per la quale provo una grande ammirazione”, ha detto Benedetto XVI.
“Nel mio percorso intellettuale il contatto con la cultura francese ha avuto una particolare importanza”, ha continuato il Papa che in più di un’occasione aveva espresso parole di apprezzamento per teologi francesi come Yves Congar, Jean Danielou, Marie-Dominique Chenu e soprattutto Henri de Lubac.
“Colgo quindi volentieri l’occasione per esprimere la mia gratitudine verso di essa, sia a titolo personale che come Successore di Pietro”, ha continuato.
Da Cardinale, Joseph Ratzinger, venne accolto nel 1992 come membro associato straniero, all’Académie des Sciences morales et politiques dell’Institut de France, subentrando al celebre scienziato Andrej Sacharov. Nel 1998, invece, ha ricevuto le insegne di Commendatore della Legion d’Onore.
Nel suo discorso il Papa ha poi richiamato Rabelais il quale affermava che “scienza senza coscienza non è che rovina dell’anima!”.
“E’ stato senza dubbio per contribuire ad evitare il rischio di una simile dicotomia – ha osservato – che, alla fine di gennaio, per la prima volta in tre secoli e mezzo, due Accademie dell’Istituto, due Accademie Pontificie e l’Institut Catholique di Parigi hanno organizzato un Colloquio inter-accademico su l’identità mutevole dell’individuo”.
“Questa iniziativa potrebbe proseguire al fine di esplorare insieme gli innumerevoli sentieri delle scienze umane e sperimentali”, ha poi concluso.