Benedetto XVI: la ricerca di Dio, fondamento della cultura europea

Nel suo discorso agli intellettuali francesi nel Collegio dei Bernardini

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PARIGI, sabato, 13 settembre 2008 (ZENIT.org).- La ricerca di Dio è il vero fondamento della cultura europea, ha detto venerdì Benedetto XVI parlando a Parigi, al Collegio dei Bernardini, davanti a 700 rappresentanti del mondo della cultura francese, tra cui alcuni esponenti dell’UNESCO e dell’Unione Europea.

Con la sua visita il Papa ha inaugurato ufficialmente il Collegio dei Bernardini, una iniziativa sorta per volontà del compianto Cardinale Jean-Marie Lustiger, Arcivescovo di Parigi, come luogo d’incontro tra la Chiesa e la cultura.

Si tratta di un complesso fondato nel 1245 da un monaco cistercense per disposizione  di Papa Innocenzo IV, il quale era convinto che il rinnovamento della Chiesa dovesse passare attraverso lo studio.

Nel 2001 la diocesi ha riacquistato il complesso dopo che il centro era stato destinato dallo Stato ad altri usi non religiosi.

A fare gli onori di casa, sono stati il Cardinale Vingt-Trois, Arcivescovo di Parigi, e il signor Gabriel de Broglie, Cancelliere de l’Institut de France.

Nel suo articolato discorso, preparato con molta cura e letto per intero con piccole aggiunte a braccio, il Vescovo di Roma è ritornato alle origini della teologia occidentale e alle radici della cultura europea.

Nel suo breve excursus, ha ricordato che i monaci medievali, “nella confusione dei tempi in cui niente sembrava resistere, […] volevano fare la cosa essenziale: impegnarsi per trovare ciò che vale e permane sempre, trovare la Vita stessa. Erano alla ricerca di Dio”.
 
“Dietro le cose provvisorie – ha costatato – cercavano il definitivo”. La loro, però, “non era una ricerca verso il buio assoluto”. Dio stesso “aveva spianato una via” e questa via era la sua Parola che “nei libri delle Sacre Scritture era aperta davanti agli uomini”.
 
Certo, ha rilevato il Papa, richiamando Gregorio Magno, la Parola di Dio “trafigge il cuore di ciascun singolo”. Tuttavia, questa “Parola non conduce a una via solo individuale”, ma “introduce nella comunione con quanti camminano nella fede”.

Il cristianesimo, ha detto ancora, “non è semplicemente una religione del libro in senso classico”, giacché nelle parole percepisce “la Parola, il Logos stesso”.

Benedetto XVI è poi passato a esaminare il legame tra Spirito e libertà, affermando che “lo Spirito liberatore non è semplicemente la propria idea”, ma Cristo che è “il Signore che ci indica la strada”.

Questa tensione tra legame e libertà, ha affermato il Pontefice, “ha profondamente plasmato la cultura occidentale”. E oggi si pone “come sfida di fronte ai poli dell’arbitrio soggettivo, da una parte, e del fanatismo fondamentalista, dall’altra”.

A questo proposito, ha avvertito che “sarebbe fatale, se la cultura europea di oggi potesse comprendere la libertà ormai solo come la mancanza totale di legami e con ciò favorisse inevitabilmente il fanatismo e l’arbitrio”.

“Mancanza di legame e arbitrio non sono la libertà, ma la sua distruzione”, ha osservato.

Benedetto XVI ha poi parlato del lavoro manuale, come altra componente fondamentale del monachesimo occidentale, e che appare come un’espressione particolare della somiglianza degli uomini con Dio, “un collaborare con il Creatore”.

Senza questa cultura del lavoro, ha aggiunto, lo sviluppo dell’Europa sarebbe impensabile.

Inoltre, i monaci così come i cristiani della Chiesa nascente consideravano il loro annuncio come “una necessità intrinseca che derivava dalla natura della loro fede”.

“Per loro – è stata la riflessione del Papa – la fede non apparteneva alla consuetudine culturale, che a seconda dei popoli è diversa, ma all’ambito della verità che riguarda ugualmente tutti”.

La situazione di oggi, ha proseguito, è in molte cose assai analoga a quella che trovò San Paolo ad Atene: “Paolo non annuncia dèi ignoti. Egli annuncia Colui che gli uomini ignorano, eppure conoscono”.

“Le nostre città – ha aggiunto – non sono più piene di are ed immagini di molteplici divinità. Per molti, Dio è diventato veramente il grande Sconosciuto”.

Ma, ha aggiunto, “come allora dietro le numerose immagini degli dèi era nascosta e presente la domanda circa il Dio ignoto, così anche l’attuale assenza di Dio è tacitamente assillata dalla domanda che riguarda Lui”.

“Cercare Dio e lasciarsi trovare da Lui: questo oggi non è meno necessario che in tempi passati”, ha sottolineato.

“Ciò che ha fondato la cultura dell’Europa, la ricerca di Dio e la disponibilità ad ascoltarLo, rimane anche oggi il fondamento di ogni vera cultura”, ha poi concluso.

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ZENIT Staff

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