Benedetto XVI: la Sardegna, una terra imbevuta di fede

A100 anni dalla proclamazione della Madonna di Bonaria a patrona della Sardegna

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CAGLIARI, lunedì, 8 settembre 2008 (ZENIT.org).- Benedetto XVI ha espresso questa domenica parole di lode per la salda fede in Cristo e la devozione mariana che da sempre animano la popolazione sarda, durante la sua breve visita a Cagliari durata poco più di una decina di ore.

Il Papa è giunto in terra sarda per celebrare i cento anni dalla proclamazione da parte di San Pio X, nel 1907, della Vergine di Bonaria a “Patrona massima della Sardegna”.

Per l’occasione ha presieduto una concelebrazione eucaristica sul sagrato della Basilica di Bonaria, che sorge accanto al Santuario risalente alla prima metà del Trecento, al cui interno è custodito il leggendario simulacro di Nostra Signora di Bonaria, invocata dai marinai come loro protettrice.

La statua lignea della Madonna di Bonaria, arrivata dal mare in una cassa, nel 1370, a bordo di un veliero spagnolo, che a causa di una tempesta dovette disfarsi dell’intero carico, è stata sistemata sull’altare per la Messa.

In 100.000 hanno preso parte alla concelebrazione che ha visto la presenza di tutti i Vescovi della Sardegna.

Al suo arrivo il Papa è stato accolto dal suono delle “launeddas”, uno strumento a fiato tipico di questa terra, e da tanti giovani in costume tradizionale, sistemati lungo la scalinata del Santuario, in rappresentanza dei diversi comuni della Sardegna.

Il primo incontro di Benedetto XVI è stato con i malati e i centenari dell’isola, sistemati all’interno del Santuario di Bonaria. La Sardegna ha infatti il primato dei centenari: soltanto nella diocesi di Cagliari ce ne sono più di settanta (tra i più vecchi dell’Isola, Antonia Garau, di 106 anni, originaria di Cagliari).

Il Papa si è fermato brevemente con loro, impartendo la sua benedizione.

Durante l’omelia, Benedetto XVI ha detto che “lo spettacolo più bello che un popolo può offrire è senz’altro quello della propria fede. In questo momento io tocco con mano una commovente manifestazione della fede che vi anima, e di questo voglio esprimervi subito la mia ammirazione”.

“Oggi, insieme alla visione della natura stupenda che ci circonda, voi mi offrite quella della fervida devozione che nutrite verso la Vergine Santissima – ha continuato –. Grazie per questa bella testimonianza!”

Il Vescovo di Roma ha quindi ripercorso la storia di fede dell’isola: “In Sardegna il cristianesimo è arrivato non con le spade dei conquistatori o per imposizione straniera, ma è germogliato dal sangue dei martiri che qui hanno donato la loro vita come atto di amore verso Dio e verso gli uomini”.

“È nelle vostre miniere che risuonò per la prima volta la Buona Novella portata dal Papa Ponziano e dal presbitero Ippolito e da tanti fratelli condannati ad metalla per la loro fede in Cristo”, ha proseguito.

Per questo, ha continuato, “la Sardegna non è mai stata terra di eresie; il suo popolo ha sempre manifestato filiale fedeltà a Cristo e alla Sede di Pietro”.

“Dopo i martiri, nel V secolo, arrivarono dall’Africa romana numerosi Vescovi che, non avendo aderito all’eresia ariana, dovettero subire l’esilio – ha aggiunto –. Venendo nell’isola, essi portarono con sé la ricchezza della loro fede”.

“Questa fede semplice e coraggiosa – ha poi osservato –, continua a vivere nelle vostre comunità, nelle vostre famiglie, dove si respira il profumo evangelico delle virtù proprie della vostra terra: la fedeltà, la dignità, la riservatezza, la sobrietà, il senso del dovere”.

Successivamente, il Papa ha menzionato il profondo “amore per la Madonna”, a cui sono dedicate ben 350 chiese e santuari in tutta la Sardegna.

Per questo ha invitato tutti i fedeli a continuare a seguire Maria, “Stella della nuova evangelizzazione”: “Vi aiuti a trovare le opportune strategie pastorali per far sì che Cristo sia incontrato dai giovani, portatori per loro natura di nuovo slancio, ma spesso vittime del nichilismo diffuso, assetati di verità e di ideali proprio quando sembrano negarli”.

“Vi renda capaci di evangelizzare il mondo del lavoro, dell’economia, della politica, che necessita di una nuova generazione di laici cristiani impegnati, capaci di cercare con competenza e rigore morale soluzioni di sviluppo sostenibile”, ha continuato.

“Maria è porto, rifugio e protezione per il popolo sardo, che ha in sé la forza della quercia – ha quindi concluso –. Passano le tempeste e questa quercia resiste; infuriano gli incendi ed essa nuovamente germoglia; sopravviene la siccità ed essa vince ancora”.

Prima della preghiera dell’Angelus, Benedetto XVI ha quindi collocato nella mano destra dell’effigie della Vergine di Bonaria una navicella, simbolo della Chiesa isolana, ed una candela, emblema della fede dei sardi. Il momento è stato sottolineato dal suono delle sirene delle tante barche ormeggiate nel golfo di Cagliari.

Subito dopo il Papa ha quindi reso omaggio alla Vergine, ponendo ai piedi della statua una rosa d’oro.

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ZENIT Staff

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