I Vescovi filippini organizzano una raccolta firme contro l'aborto

Di fronte al progetto che promuove pratiche abortive e anticoncezionali

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MANILA, giovedì, 4 settembre 2008 (ZENIT.org).- La Conferenza dei Vescovi Cattolici delle Filippine sta portando avanti una campagna di raccolta firme contro il disegno di legge sull’aborto attualmente allo studio nel Parlamento del Paese e noto come Reproductive Health Bill (RH).

Secondo quanto rende noto “L’Osservatore Romano”, i Vescovi desiderano consegnare ai legislatori un documento di protesta contro il progetto, che vuole legalizzare l’aborto e l’utilizzo di anticoncezionali artificiali.

Nel documento, indirizzato sia ai credenti che ai non credenti, si ribatte alle due argomentazioni usate per promuovere il provvedimento: la libertà della donna e la lotta alla povertà.

I metodi contraccettivi, spesso presentati come un elemento di maggiore sicurezza per le donne, non di rado vengono usati “come strumenti di violazione della dignità della persona umana essendo largamente impiegati nel commercio sessuale”, afferma il documento.

La Pro-life Philippines Foundation ha realizzato dal canto suo uno studio in cui mostra che il maggior tasso di fertilità delle donne non ha alcuna relazione con il livello della ricchezza della Nazione.

Secondo i dati del National statistics office (Nso), i Filippini che vivono al di sotto della soglia della povertà sono aumentati del 2,6% tra il 2003 e il 2005, mentre nello stesso periodo il tasso di fertilità si è ridotto dello 0,3%.

Per Marita F. Weasan, responsabile della Pro-life Philippines Foundation, il minor tasso d’incremento della popolazione non incide affatto sul miglioramento delle condizioni di vita. Anche se il disegno di legge non venisse approvato, si prevede che la tendenza sia il minore aumento della popolazione e che nel 2025 si raggiungerà il livello 0.

Questi dati, sostiene la Weasan, non giustificano una campagna di controllo della popolazione con metodi artificiali, come prevede la legge.

Un anno di polemiche

In una lettera datata 6 ottobre 2007, l’Arcivescovo di Jaro e presidente della Conferenza Episcopale, monsignor Angel Lagdameo, avvertiva già che la Chiesa si sarebbe opposta a questo disegno di legge.

Il presule sottolineava che il miliardo di pesos che il Governo vuole utilizzare per diffondere l’uso di preservativi e pillole anticoncezionali tra la popolazione potrebbe essere invece usato per progetti miranti a combattere la povertà.

“I metodi anticoncezionali e abortivi non sono sbagliati perché la Chiesa li proibisce, ma la Chiesa li proibisce perché distruggono la capacità di procreazione data all’uomo dal suo Creatore”, avvertiva.

Monsignor Lagdameo criticava l’uso di cifre sulla crescita della popolazione da parte dei difensori dell’aborto, superiore alla realtà, e anche l’affermazione per cui “la popolazione deve essere controllata perché è la causa principale della povertà”. “Ci sono altri fattori più gravi”, sottolineava.

I Vescovi e i gruppi pro-vita portano avanti da mesi campagne informative a favore dell’uso della pianificazione familiare naturale come più “rispettosa della dignità delle famiglie” e del “credo maggioritario della popolazione”.

Il 15 luglio scorso, i presuli hanno annunciato la scomunica dei politici che sosterranno il testo del Reproductive Health Bill. Il 25 dello stesso mese, i Vescovi hanno convocato in tutto il Paese manifestazioni in difesa della vita.

Il 29 agosto Joel O. Jason, direttore del Dipartimento Famiglia e Vita dell’Arcidiocesi di Manila, ha annunciato che la Chiesa “intensificherà la campagna di raccolta firme contro il disegno di legge” e “se necessario organizzerà mobilitazioni nazionali”.

Il giorno dopo, i Vescovi hanno ribadito la loro opposizione all’uso del preservativo per combattere l’Aids, sostenendo che le affermazioni del Dipartimento per la Salute (DOH) circa la sicurezza del suo uso per arginare la diffusione della malattia sono “false”.

L’8 settembre è previsto il lancio di un DVD educativo intitolato “Gli attacchi subliminali alla famiglia”, che verrà distribuito in scuole, parrocchie, missioni e altre organizzazioni ecclesiali.

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ZENIT Staff

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