CITTA' DEL VATICANO, mercoledì, 3 settembre 2008 (ZENIT.org).- L'affermazione secondo la quale il Cardinale Newman avrebbe potuto intrattenere un rapporto che era “qualcosa di più di una semplice amicizia” con il suo assistente, il sacerdote Ambrose St John, non ha fondamento.

Lo afferma il principale biografo del Cardinale inglese, Ian Ker, in un articolo pubblicato da “L'Osservatore Romano” riguardo a certe dichiarazioni da parte delle lobby omosessuali.

La polemica si è scatenata in seguito alla decisione del Governo britannico, il 26 agosto scorso, di permettere la riesumazione del corpo del porporato in vista della sua futura beatificazione, poiché Newman aveva chiesto di essere sepolto accanto al suo assistente, appunto padre St John.

Secondo Ker, quest'ultima volontà del Cardinale non costituisce una prova della sua omosessualità, e a questo proposito riporta l'esempio di altri casi, come quello dello scrittore Clive S. Lewis, che volle essere sepolto con suo fratello, o quello di Dorothy Collins, segretaria dei Chesterton, i cui resti riposano accanto a quelli della coppia.

Il biografo di Newman ricorda che Ambrose St John fu un grande amico del Cardinale e rimase al suo servizio per trent'anni.

“Newman si riteneva responsabile per la sua morte, perché gli aveva chiesto di tradurre l'importante opera del teologo tedesco Joseph Fessler sull'infallibilità nella scia del concilio Vaticano I, un ultimo impegno svolto con amore che risultò eccessivamente pesante per lui, già sovraccarico di lavoro”, osserva Ker.

Il biografo sottolinea che St John “restò il suo collaboratore più stretto durante il difficile periodo della fondazione dell'Oratorio di San Filippo Neri in Inghilterra e in tutte le successive prove e tribolazioni di Newman come cattolico”.

Circa le ragioni contrarie alla riesumazione che adducono il rispetto per l'ultimo desiderio del Cardinale, Ker spiega che Newman “insisteva sempre che tutti i suoi scritti potevano essere corretti dalla santa madre Chiesa”.

“Se l'autorità ecclesiastica decide di traslare il suo corpo in una chiesa, la risposta di Newman sarebbe senza dubbio che il suo ultimo testamento, come tutto quanto aveva scritto, lo aveva scritto sotto la correzione di una autorità più alta”, aggiunge.

Il Cardinale Newman (1801-1890) è sepolto nel piccolo cimitero di Rednall Hill, nei sobborghi di Birmingham, insieme ad Ambrose St. John, convertito al cattolicesimo contemporaneamente a lui.

Il più famoso convertito inglese al cattolicesimo romano nel XIX secolo è stato nel suo periodo da anglicano una delle figure principali del Movimento di Oxford, che ha cercato di avvicinare la Chiesa Anglicana d'Inghilterra alle sue radici cattoliche romane.

Dopo l'approvazione di un miracolo attribuito alla sua intercessione, la Santa Sede ha chiesto al Governo inglese la riesumazione del corpo e il suo trasferimento all'Oratorio di San Filippo Neri di Birmingham, nel contesto dei requisiti del processo di beatificazione.

Il celibato, un “sacrificio”

Per quanto riguarda la polemica sull'orientamento sessuale del porporato, Ker spiega come Newman, realizzando il suo personale voto di celibato a quindici anni, ne parlasse come di un “sacrificio”.

“Non c'è bisogno di ricordare che allora non esistevano 'unioni civili' tra uomini in un Paese che ancora era cristiano, dove l'attività omosessuale era punibile con la prigione e da tutti considerata immorale”, aggiunge.


25 anni dopo, Newman si interrogava sul “costo” di questa decisione, spiega Ian Ker. Dopo la grave malattia che lo colpì in Sicilia, scrisse: “Mentre scrivo mi assilla un pensiero: perché scrivo tutto questo? (...) Chi ho, chi posso avere, in chi questo potrebbe suscitare attenzione? (...) Serve il tipo di attenzione che può avere una moglie e nessun altro – questa è l'attenzione di una donna – e questa attenzione, così sia, non mi sarà mai data”.

“In queste frasi commoventi, scritte quando era ancora ministro della Chiesa di Inghilterra e pienamente libero di sposarsi, vediamo l'impegno totale di Newman nella vita di verginità alla quale si sentiva chiamato in modo inequivocabile, ma possiamo anche avvertire la profonda sofferenza che sentiva nel rinunciare all'amore di una donna nel matrimonio”, conclude Ker.