GINEVRA, lunedì, 18 agosto 2008 (ZENIT.org).- Il Consiglio Ecumenico delle Chiese (CEC) e la Conferenza delle Chiese Europee (KEK) hanno espresso, in un comunicato congiunto, l’allarme e lo sdegno per la guerra in corso nel Caucaso e formulato l’auspicio di pace.
Nel testo, ripreso dal quotidiano vaticano L’Osservatore Romano nell’edizione del 14 agosto, i due organismi sottolineano che “l’uso delle forza nella disputa che coinvolge l’Ossezia del Sud e l’Abkhazia, che ha causato la morte di civili e militari, rischia di destabilizzare una regione già fragile e di risvegliare antiche paure”. E chiedono che le forze militari ritornino sulle posizioni stabilite prima che iniziasse il conflitto.
Le Chiese lanciano poi un forte appello a favore dei soccorsi umanitari e esprimono il loro sostegno all’Unione Europea e all’Organizzazione della sicurezza e cooperazione in Europa che “offrono un quadro appropriato per la risoluzione della crisi”.
Le Nazioni Unite, da parte loro, si legge di seguito, devono assicurare l’integrità territoriale e l’indipendenza politica della Georgia in accordo con la carta dell’Onu e attraverso l’azione del Consiglio di sicurezza.
Nel comunicato si evidenziano altresì gli sforzi portati avanti dalla Chiesa ortodossa russa e da quella ortodossa georgiana, nonché della Chiesa evangelica battista della Georgia, nel chiedere un cessate-il-fuoco e l’avvio di negoziati di pace.
Il Patriarca ortodosso russo Alessio II – riferisce il comunicato che riporta una notizia dell’agenzia Eni – ha chiesto che le negoziazioni tra le parti “rispettino le tradizioni, le visioni e le speranze del popolo georgiano e osseto” e ha assicurato la disponibilità della sua comunità ecclesiale a collaborare con la Chiesa ortodossa georgiana per favorire la pace.
Una richiesta per la fine del conflitto è pervenuta anche dal Patriarca georgiano Ilia II, il quale ha esortato il popolo alla riconciliazione.
Infine, il Presidente dell’Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia (Ucebi), Anna Maffei, ha espresso solidarietà all’Arcivescovo Malkhaz Songulashvili, Presidente dei battisti georgiani, evidenziando in una lettera: “Nella preghiera siamo vicini a te e al tuo popolo”.
Il comunicato di CEC e KEK conclude che “le buone relazioni tra Paesi confinanti sono un dono di Dio”. E aggiungono: “Chiediamo che le nostre chiese preghino per le persone in Georgia e per i loro vicini, e per tutti coloro che in questi giorni stanno lavorando per la pace e la riconciliazione”.
[Per leggere il comunicato CEC-KEK: www.cec-kek.org]