di Chiara Santomiero
TBLISI, lunedì, 18 agosto 2008 (ZENIT.org).- Secondo i dati forniti dalle Caritas locali sono 34 mila i rifugiati nel nord dell’Ossezia, mentre in Georgia 40 mila profughi sono andati ad aggiungersi alle numerose famiglie sfollate che vivono da anni nella periferia di Tblisi.
Per tutti, oltre al soddisfacimento delle necessità più immediate, si pone il problema di come assisterli in futuro e assicurare loro un alloggio che sostituisca le case che hanno dovuto abbandonare.
Don Alexander Pietrzyk, Direttore di Caritas Russia, e Sergey Basiev, Direttore della Caritas diocesana di Vladikavkaz in Ossezia del Nord, che hanno visitato i campi allestiti in regione per accogliere i rifugiati, riferiscono che: “I profughi sono fuggiti dalle case senza portare nulla con sé. Hanno bisogno di tutto, dal cibo alle medicine, ai vestiti”.
“Abbiamo incontrato bambini, donne, anziani: nei loro occhi si percepisce l’inquietudine, la paura del domani – hanno aggiunto –. Il Primo Ministro della Repubblica dell’Ossezia del Nord ci ha ringraziato per il sostegno morale e le proposte concrete della Caritas”.
Caritas Georgia ha attivato le mense popolari già presenti sul territori e provvede alla distribuzione di kit igienici, vestiti e generi alimentari. Occorrono materiali sanitari per l’assistenza ai feriti e alle famiglie sfollate negli ospedali della capitale.
Gli operatori stanno cercando di assicurare un supporto non solo logistico ma anche psicologico a quanti hanno perso la propria abitazione.
Nei giorni scorsi la rete di Caritas Internationalis ha messo a disposizione delle Caritas locali una somma iniziale di 250.000 euro per le prime emergenze. Caritas Italiana, che fa parte della rete, ha contribuito con 50.000 euro.