La Chiesa in prima linea nella lotta all'Aids

Secondo il consigliere della Caritas alla Conferenza in Messico

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CITTA’ DEL MESSICO, giovedì, 31 luglio 2008 (ZENIT.org).- La Chiesa cattolica è leader mondiale nella lotta contro l’Aids, anche se l’opinione pubblica non conosce tutta l’opera che sta realizzando, ha affermato il consulente speciale per l’Hiv di Caritas Internationalis.

Monsignor Robert Vitillo, che parteciperà alla XVII Conferenza Internazionale sull’Aids, che avrà luogo a Città del Messico dal 3 all’8 agosto, ha osservato che purtroppo l’astinenza e la fedeltà non ricevono la dovuta attenzione da parte di esperti e ricercatori.

Circa 25.000 persone tra medici, attivisti e decision-makers di tutto il mondo sono attese alla Conferenza, organizzata dalla International AIDS Society sul tema “Azione Universale Ora”. 

Il Cardinale Javier Lozano Barragán, presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute, ha reso noto che il 25% dei malati di Aids del mondo viene assistito in istituzioni cattoliche.

In alcune dichiarazioni a ZENIT, monsignor Vitillo osserva tuttavia che non si conosce abbastanza la straordinaria azione della Chiesa contro l’Aids in tutto il mondo, che sintetizza in tre punti. 

In primo luogo, spiega, la missione della Chiesa è “informare la gente sia dei fatti relativi a questa pandemia che dei valori permanenti che dovrebbero essere alla base della nostra risposta. Ciò include sia prevenire l’ulteriore diffusione dell’Hiv – osservando l’astinenza sessuale al di fuori del matrimonio e la fedeltà reciproca all’interno di questo – che il modo in cui rispondere a quanti vivono già con il virus o ne sono affetti – con accettazione, amore e solidarietà, e senza discriminazione, rifiuto o stigmatizzazione”.

La seconda missione della Chiesa in questo contesto è “servire il popolo. In questo le organizzazioni della Caritas a livello regionale, nazionale, diocesano e parrocchiale hanno giocato – e continuano a farlo – un ruolo importante nell’organizzazione e nella predisposizione di assistenza sanitaria, servizi sociali, sostegno psicologico, attività di raccolta fondi, cura degli orfani, sostegno e programmi di auto-aiuto per e con persone che vivono o sono affette dall’Hiv”. 

“Oltre alla Caritas – ha ricordato -, ci sono molte altre organizzazioni cattoliche che lavorano per aiutare quanti sono affetti dall’Hiv”.

In terzo luogo, ha aggiunto, la Chiesa deve “fornire assistenza pastorale alle persone che vivono con o sono affette dal’Hiv”. 

“Molta gente che conosce personalmente l’impatto del virus sta cercando di approfondire il proprio rapporto con Dio, soprattutto se affronta la sfida che l’Hiv ha messo davanti a sé e/o ai propri cari”, ha spiegato.

“Desidera anche disperatamente comprendere che il virus non è stato mandato come una ‘punizione di Dio’ – molte Conferenze Episcopali, così come Papa Giovanni Paolo II, hanno affrontato questo argomento in modo molto chiaro spiegando che, secondo la dottrina cattolica, Dio non ‘punisce’ la gente facendola ammalare”.

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ZENIT Staff

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