Benedetto XVI invita a tradurre la fede in “gesti quotidiani”

Ricevendo una delegazione del Circolo di San Pietro per la consegna dell’Obolo

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CITTA’ DEL VATICANO, venerdì, 22 febbraio 2008 (ZENIT.org).- Tradurre la fede in gesti quotidiani è l’invito che Benedetto XVI ha rivolto questo venerdì mattina a una delegazione del Circolo San Pietro, ricevuta in udienza nella Sala dei Papi del Palazzo Apostolico Vaticano.

L’occasione dell’incontro è stata la tradizionale consegna dell’Obolo di San Pietro, le offerte dei fedeli della Diocesi di Roma destinate alle attività caritatevoli del Papa.

L’Obolo “rappresenta un concreto aiuto offerto al Papa perché possa rispondere alle tantissime richieste che gli pervengono da ogni parte del mondo, specialmente dai Paesi più poveri – ha constatato Benedetto XVI nel giorno della festa della Cattedra di San Pietro –. Grazie pertanto per questo vostro servizio che svolgete con tanta generosità e spirito di sacrificio”.

“Chi non conosce il Circolo San Pietro?”, ha chiesto, ricordando che quello dell’associazione “è un sodalizio che ha origini antiche e si è sempre distinto per fedeltà incondizionata alla Chiesa e al suo universale Pastore, il Romano Pontefice”.

Il servizio reso dal Circolo, ha osservato il Papa, rappresenta “un apostolato molto apprezzato ed offre una costante testimonianza dell’amore che voi nutrite verso la Chiesa e in particolare verso la Santa Sede”.

“Operando con ammirevole zelo apostolico, voi date una silenziosa quanto eloquente testimonianza evangelica. Rispondendo al comando di Cristo, vi sforzate di riconoscere e servire in ogni persona lo stesso Gesù che nel Vangelo ci assicura: ‘Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me’ (Mt 25,40)”.

“La fede e l’amore che nutriamo per Lui, il Signore ci chiama a tradurli in gesti quotidiani di attenzione alle persone che incontriamo, specialmente a quelle che attraversano momenti di prova, perché nel volto di ogni persona, ancor più se bisognosa, brilla il volto di Cristo”.

In questo modo “si diventa messaggeri e testimoni del Vangelo della carità, compiendo un’autentica e capillare opera di evangelizzazione”.

Il Vescovo di Roma ha citato la presenza dei membri del Circolo nella Basilica Vaticana e il servizio d’ordine che svolgono durante le celebrazioni da lui presiedute, gli “incontri formativi e spirituali” che tendono a suscitare “una costante tensione verso la santità” e le attività di assistenza e di carità.

“Potremmo quasi dire che quanto voi fate, in un certo senso, è a nome stesso del Papa che lo compite”, ha spiegato Benedetto XVI. “Ad esempio, è a suo nome che vi preoccupate di andare incontro, per quanto vi è possibile, alle necessità di tanti poveri che vivono nella città di Roma, di cui è Vescovo il Successore di Pietro”.

“Voi volete essere così le sua braccia e il suo cuore che raggiungono, anche attraverso di voi, coloro che versano in condizioni precarie”, ha aggiunto.

Il Circolo di San Pietro è nato a Roma il 28 aprile 1869 ad opera di don Domenico Jacobini e del giornalista Paolo Mencacci.

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ZENIT Staff

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