Don Di Noto ai pedofili: “Convertitevi e cambiate vita”

Sull’esempio dell’uccisore di Santa Maria Goretti

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SIRACUSA, domenica, 17 febbraio 2008 (ZENIT.org).- “Convertitevi e cambiate vita”. È l’appello contenuto nella lettera aperta ai pedofili che don Fortunato Di Noto, il sacerdote fondatore dell’associazione “Meter” (www.associazionemeter.org), ha scritto in occasione dell’arrivo delle spoglie di Santa Maria Goretti nella diocesi di Noto.

In particolare, il 19 e 20 febbraio le reliquie della santa saranno esposte nel carcere della città siciliana, dove Alessandro Serenelli, che aveva tentato di violentarla a 12 anni, scontò la pena di trent’anni di reclusione prima di ritirarsi in un convento dei Frati Cappuccini a Macerata, dove terminerà i suoi giorni.

Nella lettera don Fortunato chiede a chi abusa, nel ricordo di una “piccola Santa [che] intercede presso Dio per la vostra conversione”, di consegnarsi alla giustizia.

“Fatevi aiutare, voi uomini crudeli che violate l’innocenza dei bambini, voi che negate il diritto all’esistenza”, afferma.

“Se avete compiuto violenze sui bambini, consegnatevi alla giustizia umana e alla misericordia di Dio. Costituitevi, voi che vivete nell’oscurità e nell’ombra. Confessate i vostri delitti. Riconoscete i vostri errori e cambiate vita”.

Nel testamento spirituale scritto nel 1961, ormai avanti negli anni, Alessandro Serenelli, dopo essersi pentito e riconciliato con Assunta, la madre di Maria, invita a “fuggire il male” e “seguire sempre il bene”.

“Ho impresse ancora nel cuore le sue parole di rimprovero e di perdono – scrive –. Pregò per me e intercedette per il suo uccisore. Maria Goretti, ora santa, fu l’angelo buono che la Provvidenza aveva messo dinanzi ai miei passi per salvarmi”.

Nelle 14 coltellate che Maria Goretti ricevette per aver voluto mantenere intatta la sua purezza, don Di Noto vede altrettanti colpi ai più piccoli, dall’abuso sessuale al traffico d’organi, dalla mancanza di cure ai “bambini invisibili” che non vengono neanche denunciati all’anagrafe, passando per quelli senza famiglia e gli scomparsi.

“Maria Goretti ammonisce, perdona, guida i passi e chiede la conversione”, ricorda don Fortunato.

“Questa è l’unica speranza affinché non accada – conclude –, anche se siamo consapevoli che accade ogni minuto, ogni giorno, ciò che grida ‘giustizia agli occhi di Dio’, ma anche il grido innocente che con forza si rivolge agli abusatori: convertitevi e cambiate vita”.

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ZENIT Staff

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