Cardinale Cañizares: l'ideologia di genere ha un potere distruttivo

Intervento al Congresso Internazionale del dicastero per i Laici

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di Marta Lago

ROMA, lunedì, 11 febbraio 2008 (ZENIT.org).- “Rivoluzione culturale in ogni aspetto” più insidiosa e distruttiva di quanto si possa pensare: è questa la traiettoria dell’ideologia di genere, della quale avverte il Cardinale Antonio Cañizares nella riflessione internazionale promossa dal Pontificio Consiglio per i Laici.

Roma ha accolto da giovedì a sabato i partecipanti – di una cinquantina di Paesi dei cinque continenti – a un Congresso sul tema “Donna e uomo, l’humanum nella sua interezza”, organizzato per il XX anniversario della Lettera Apostolica Mulieris dignitatem, il primo documento pontificio dedicato interamente alla donna.

Nel primo intervento dell’incontro, il Cardinale primate di Spagna ha compiuto un bilancio del testo di Giovanni Paolo II e ha tracciato prospettive che lanciano l’allarme sul rispetto per la verità della persona, uomo e donna.

La “Mulieris dignitatem” è più attuale che mai perché in questa Lettera il Papa esprime “la verità dell’uomo, che è uomo e donna, e getta le sue basi antropologiche”, ha sintetizzato il Cardinale a ZENIT.

“In questo momento una rivoluzione di genere sta mettendo in discussione questa verità dell’uomo”, ha osservato.

Fondamentale nel testo pontificio è che “l’uomo è creato da Dio, è costituito con una verità: un’umanità unica differenziata uomo-donna”, ha aggiunto il porporato.

Questa “differenza porta all’unità, alla comunione; non può esserci dominio dell’uno sull’altro, ma rispetto per la dignità di entrambi nella loro singolarità e irripetibilità”, ha sottolineato.

Gruppi di pressione, iniziative legislative e mezzi di comunicazione sono veicoli di questa ideologia di genere, “una rivoluzione culturale in ogni campo”, ha avvertito il Cardinale Cañizares nel suo intervento.

Nell’ideologia di genere la sessualità non si accetta “propriamente come costitutiva dell’uomo”, ha ricordato, ma “l’essere umano sarebbe il risultato del desiderio della scelta”, di modo che, “qualunque sia il suo sesso fisico”, la persona “potrebbe scegliere il proprio genere” e modificare la sua opzione quando vuole: omosessualità, eterosessualità, transessualità, eccetera.

Il porporato avverte che “il cambiamento culturale e sociale che il fenomeno comporta è di grande portata”, visto che per questa ideologia “non esiste natura, non esiste verità dell’uomo”.

In questa rivoluzione culturale, “il nesso individuo-famiglia-società si perde e la persona si riduce a individuo”, e si constata quindi “il fatto di mettere in discussione la famiglia e la sua verità – il matrimonio tra un uomo e una donna aperto alla vita – e tutta la società”, sottolinea.

Questo panorama richiede una rilettura della “Mulieris dignitatem”, in cui, come sottolinea il porporato, Papa Karol Wojtyla ha tracciato le basi antropologiche e teologiche della verità della persona umana, uomo e donna.

Il testo pontificio partiva dal libro della Genesi: l’uomo – uomo e donna – è stato creato – non si è fatto da sé – da Dio, è il “culmine della creazione che Dio ha visto che era buona”; “il genere umano, che ha la sua origine nella chiamata all’esistenza dell’uomo e della donna, corona tutta l’opera della creazione; entrambi sono esseri umani allo stesso grado”.

Anche la descrizione biblica “parla dell’istituzione del matrimonio da parte di Dio, all’inizio della creazione dell’uomo e della donna, come condizione indispensabile per la trasmissione della vita”; “si tratta di un rapporto reciproco, dell’uomo con la donna e della donna con l’uomo”, ha insistito.

Per tutto questo, “essere uomo” ed “essere donna” sono realtà “volute da Dio”: “nella loro uguaglianza e nella loro differenza, l’uno e l’altra hanno una dignità comune”, aspetto che il Cardinale ha sottolineato in special modo.

La Lettera di Giovanni Paolo II è stata un altoparlante del fatto che uomo e donna “sono creati come persone a immagine di Dio Amore per vivere in comunione”; da questo deriva la loro reciprocità e il fatto che la persona sia anche chiamata a esistere per gli altri, diventando un dono.

“Non è che Dio abbia fatto ‘incompleti’” l’uomo e la donna – ha spiegato il porporato spagnolo –, ma li ha creati “per una comunione di persone, in cui ciascuno può essere ‘aiuto’ per l’altro perché sono allo stesso tempo uguali in quanto persone e complementari in quanto maschile e femminile”.

L’amore, dunque, è ciò che definisce la verità della persona – uomo e donna –, l’essenza e il dovere della famiglia; “per questo la famiglia riceve la missione di vivere, custodire, rivelare e comunicare l’amore come riflesso vivo di Dio, che è amore”, ha ricordato il Cardinale Cañizares.

“Una famiglia basata su un attaccamento così fedele all’altro, in una tale comunione d’amore di persone, trasuda affetto e crea la possibilità di addentrarsi nel mondo con gioia”, ha riflettuto.

La conseguenza è estremamente importante, perché così nella famiglia “i figli trovano la base di una realtà solida e percepiscono che vivere è una possibilità gioiosa e una grazia, non una disgrazia o un destino casuale”.

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ZENIT Staff

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