Dare voce ai poveri in campo economico, chiede la Santa Sede

Esorta a una maggiore partecipazione ai processi decisionali

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di Roberta Sciamplicotti

NEW YORK, venerdì, 8 febbraio 2008 (ZENIT.org).- La Santa Sede auspica una maggiore partecipazione dei poveri ai processi decisionali in campo economico e ricorda che il valore di una società dipende dal trattamento e dalla cura che riserva ai suoi membri più deboli. 

E’ questo il messaggio espresso questo giovedì a New York dall’Arcivescovo Celestino Migliore, Nunzio Apostolico e Osservatore Permanente presso le Nazioni Unite, intervenendo alla 46ª sessione della Commissione per lo Sviluppo Sociale.

La Santa Sede, ricorda, sottolinea che i bisogni dei meno abbienti devono essere prioritari per le scelte dei leader del settore finanziario e che “spetta al forum internazionale di offrire una tribuna ai poveri perché molto spesso non hanno voce nella ricerca di soluzioni a problemi che li riguardano anche molto da vicino”. 

La proposta del Nunzio Apostolico è quella di creare “un ambiente e strutture che permettano alla gente di prendere parte attiva nel processo decisionale”.

Se la globalizzazione ha aperto le porte alla prosperità economica per molta gente, ha denunciato, “i suoi inconvenienti continuano a colpire in modo sproporzionato i membri deboli della nostra società”. 

Per questo, “la risposta dei Governi a queste sfide deve essere guidata dal principio morale per cui una buona società si misura da quanto coloro che hanno delle responsabilità fanno fronte alle necessità dei membri più deboli, soprattutto dei più bisognosi”.

Una società valida è infatti “quella in cui tutti beneficiano del bene comune e nessuno viene lasciato fuori dalle preoccupazioni generali”, e “le politiche economiche che aiutano i lavoratori a basso reddito a vivere degnamente dovrebbero essere una priorità di ogni società che voglia meritare l’aggettivo ‘buona’”. 

Per il buon andamento dell’apparato sociale, ha continuato l’Arcivescovo, è prioritaria la promozione del pieno impiego e del lavoro dignitoso per tutti.

La delegazione vaticana, ha spiegato, sottolinea in particolare due aspetti della questione lavorativa: il fatto che “la mancanza del pieno impiego e del lavoro dignitoso e la povertà e lo sfaldamento sociale correlati offendono la dignità umana” e che “si può guadagnare la fiducia della gente solo se la si ascolta e si tiene concretamente conto dei suoi bisogni”. 

“I sempre più rapidi cicli periodici di crescita e di creazione del lavoro da un lato e di recessione e perdita del lavoro dall’altro disturbano le relazioni e i meccanismi finanziari e commerciali”, ha osservato.

“Il mondo si chiede trattenendo il respiro dove ci porteranno le sventure finanziarie attuali, provocate dalla crisi nel settore del patrimonio reale in alcune delle economie più sviluppate”. 

In un contesto economico di questo tipo, la Commissione per lo Sviluppo Sociale dell’ONU è “sfidata a sottolineare la necessità di metodi efficaci per difendere le famiglie a basso reddito e i lavoratori dal collasso finanziario”.

Assisterli, constata l’Arcivescovo Migliore, “è una questione di giustizia e di solidarietà, ma anche una misura finanziariamente giusta per stimolare le economie nazionali e il commercio internazionale”. 

Per essere efficace, l’assistenza in questione richiede che le misure prese dalle economie più forti non arrivino a esacerbare la situazione in quelle in via di sviluppo. Visto che questo rischio sembra effettivo nell’economia altamente interdipendente di oggi, la comunità internazionale deve vigilare per prevenire tali eventualità.

La delegazione vaticana ha infine sottolineato che la persistenza di povertà, disoccupazione e sfaldamento sociale è una conseguenza della sfiducia e dell’assenza di relazioni giuste tra i vari componenti dei meccanismi economici e sociali. 

“La mancanza di fiducia reciproca tra le parti significa anche mancanza di fiducia nel futuro che, a sua volta, significa l’assenza di sicurezza lavorativa”.

Le persone, e soprattutto i giovani alla ricerca del primo impiego, “scoprono significato e fiducia nel futuro quando trovano un lavoro a lungo termine con l’opportunità di un meritato avanzamento”. 

Per questo, ha osservato l’Arcivescovo, è più urgente che mai rispondere alle necessità “di coloro che cercano un impiego decente e opportunità per uscire dalla povertà ed evitare la marginalizzazione, lo sfruttamento e lo sfaldamento sociale”.

“Quanti cercano di migliorare la propria vita ci chiedono di agire – ha concluso il presule -. La mia delegazione spera che le nostre parole qui diventino presto azioni”.

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ZENIT Staff

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