Di Miriam Díez i Bosch

ISTANBUL, mercoledì, 5 dicembre 2007 (ZENIT.org).- Il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, crede che oggi "più che mai sia nostro compito reclamare le radici cristiane dell'Europa e l'unità spirituale, sacramentale e dottrinale che esisteva prima dello scisma delle due Chiese".

Il leader ortodosso lo ha affermato venerdì scorso rivolgendosi a una delegazione cattolica che ha visitato il Patriarcato di Costantinopoli (ortodosso) a Istanbul nell'ormai tradizionale scambio di visite tra le due Chiese per Sant'Andrea (30 novembre) e per i Santi Pietro e Paolo (29 giugno).

"La rievangelizzazone dei nostri popoli è oggi più necessaria che mai", ha detto il Patriarca.

"Crediamo che l'Europa Orientale e l'Europa Occidentale debbano smettere di guardare l'una all'altra come a estranee", ha suggerito.

"I contatti tra i cristiani della tradizione latina e della fede ortodossa devono diventare più produttivi per entrambe le parti", ha proposto.

Il Patriarca Bartolomeo I, in una lettera indirizzata al Cardinale Walter Kasper e ai membri del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, si è riferito alla delegazione romana dicendo che "la presenza rafforza e sigilla i legami di amore e fiducia tra le nostre Chiese, legami che sono stati coltivati negli ultimi decenni e che si sono stabiliti soprattutto con la visita di Sua Santità il nostro caro fratello in Cristo Papa Benedetto XVI".

Il Patriarca lo ha affermato un anno dopo la visita di Benedetto XVI al Patriarcato di Costantinopoli, aggiungendo: "Abbiamo sempre creduto che la coesistenza pacifica dei cristiani, in uno spirito di unità e concordia, debba rappresentare una preoccupazione fondamentale per tutti noi".

Bartolomeo I ha riconosciuto che in un'epoca che è l'auge del "secolarismo e del relativismo, e anche del nichilismo, soprattutto nel mondo occidentale, dobbiamo trarre ispirazione dall'esempio dell'apostolo Andrea", che ha saputo "rimanere fedele attraverso la forza di Cristo" nonostante vicissitudini e "numerose difficoltà".

L'esempio di Sant'Andrea offre un'opportunità di "pregare insieme più intensamente per il ripristino dell'unità nel mondo cristiano", ha insistito Bartolomeo I, per il quale "la frattura di questa unità è stata la causa di molti problemi dell'umanità le cui conseguenze sono state tragiche".

Il Patriarca ha sottolineato che la filosofia dell'Illuminismo in Occidente e la Rivoluzione Francese hanno rappresentato una vera "rivoluzione culturale che ha voluto rimpiazzare la precedente tradizione cristiana del mondo occidentale con un nuovo concetto non cristiano dell'uomo e della società".

Ciò ha portato a un "ateismo militante e totalitario che negli ultimi secoli ha provocato la morte di milioni di vittime innocenti".

Rivolgendosi alla delegazione vaticana, Bartolomeo I ha detto: "Quest'anno siamo particularmente emozionati perché sperimentiamo la speciale benedizione e la grazia di onorare il fondatore e patrono della Chiesa di Costantinopoli, il glorioso e primo chiamato tra gli apostoli, Andrea, le cui sacre reliquie sono state generosamente donate per amore da Sua Santità durante la nostra recente visita a Napoli".

Le reliquie di Sant'Andrea sono tornate da Amalfi al trono del Patriarcato per rimanervi "per la santificazione dei fedeli come segno di comunione con l'apostolo".

Bartolomeo I, noto anche come "il Patriarca verde" per la sua difesa dell'ecologia, ha ricordato che l'incontro con il Papa a Napoli a ottobre ha aiutato a coltivare "l'atmosfera di amicizia e cooperazione tra le nostre due Chiese".