Fondatore di “Russia Cristiana”: essere più cattolici per un vero ecumenismo

Padre Scalfi commenta la “Nota dottrinale su alcuni aspetti dell’evangelizzazione”

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Di Antonio Gaspari

ROMA, venerdì, 21 dicembre 2007 (ZENIT.org).- “Essere meno cattolici non è certo la via per avvicinarci all’unità tra cattolici e ortodossi. Sarebbe paradossale: essere meno cattolici per accordarci con un numero maggiore di meno ortodossi…”, afferma padre Romano Scalfi.

Così il fondatore del Centro studi “Russia Cristiana” ha commentato a ZENIT la “Nota dottrinale su alcuni aspetti dell’evangelizzazione”, a cura della Congregazione per la Dottrina della Fede, presentata il 14 dicembre in Vaticano.

Secondo il sacerdote: “l’accordo tra cattolici e ortodossi non si raggiungerà attraverso graduali compromessi, ma nel confronto leale della propria identità con l’identità dell’altro”.

Per questo motivo padre Scalfi sostiene che “la via che porta all’unità richiede che i cattolici siano sempre più cattolici, e gli ortodossi sempre più ortodossi. Voler ridurre la propria identità per non offendere il pensiero degli altri è una sottile forma di relativismo: si cercherebbe così di ottenere un accordo al minimo comune denominatore”.

Per il sacerdote, “questa è una tecnica ingenua e illecita, che porterebbe ad un livello sempre più basso, dove chi ha convinzioni profonde sarebbe estromesso dalla società perché pericoloso. Il pericolo, invece, non viene da un’identità rigorosamente e coraggiosamente difesa, ma da un suo indebolimento”.

In merito al rapporto tra ecumenismo e missionarietà, padre Scalfi si è detto convinto che “una maggiore comprensione reciproca tra cattolici e ortodossi nasce proprio da una comune passione missionaria”.

A dimostrarlo è il progetto “Cento libri di teologia del XX secolo”, promosso dalla “Biblioteca dello Spirito” in collaborazione con la Commissione Teologica del Patriarcato di Mosca (presieduta dal Metropolita Filaret), che prevede la pubblicazione in russo dei classici della teologia cattolica, ortodossa e protestante del Novecento (queste opere verranno diffuse in tutti i seminari ortodossi).

“Ci siamo messi insieme agli ortodossi per dare una risposta adeguata al relativismo imperante sia in Oriente che in Occidente – ha spiegato il fondatore di Russia Cristiana –. Abbiamo deciso di pubblicare e diffondere dei testi concordati insieme per fronteggiare questo pericolo, spinti dal desiderio di confrontarci per offrire una risposta culturalmente seria alle sfide del secolo”.

Inoltre, ha sottolineato padre Scalfi, “come rivela anche un recente studio comparato sulla situazione delle diocesi ortodosse in Russia, c’è più comprensione ecumenica dove è presente un forte spirito missionario. La passione missionaria, dunque, non solo non è in opposizione a un ecumenismo autentico, ma ne è il necessario presupposto”.

In merito alle accuse di proselitismo mosse dagli ortodossi ai cattolici, il sacerdote ha precisato che “il proselitismo cattolico in Russia non è un fenomeno quantitativamente e qualitativamente rilevante. Queste critiche possono essere state originate da casi sporadici: come ha dichiarato recentemente sulla stampa russa lo stesso Vescovo Ilarion di Vienna, le conversioni di ortodossi al cattolicesimo sono casi rari”.

Le accuse, secondo padre Scalfi, risultano infondate anche guardando semplicemente ai dati numerici. I cattolici in Russia oggi sarebbero circa 500.000, su una popolazione di oltre 144 milioni di abitanti. “

“Anche numericamente – ha concluso – questa situazione è ben lontana da quella del 1917; negli ultimi 5 anni, inoltre, non si sono registrati aumenti nella comunità cattolica, piuttosto è avvenuto il contrario”.

 

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ZENIT Staff

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