Benedetto XVI: evangelizzazione e testimonianza, priorità della Chiesa

Udienza ai Vescovi del Giappone in visita “ad limina Apostolorum”

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Di Roberta Sciamplicotti

CITTA’ DEL VATICANO, lunedì, 17 dicembre 2007 (ZENIT.org).- In un mondo “affamato della speranza del Vangelo”, la proclamazione della Buona Novella e la testimonianza dei credenti sono una priorità per la Chiesa, sostiene Benedetto XVI.

Il Pontefice lo ha affermato rivolgendosi ai Vescovi della Conferenza Episcopale del Giappone, ricevuti questo sabato in occasione della loro visita ad limina Apostolorum al Papa e alla Curia Romana.

Ricordando che l’anno scorso la Chiesa ha celebrato “con grande gioia” i cinquecento anni dalla nascita di San Francesco Saverio, il Papa si è unito ai presuli del Paese per “ringraziare Dio per l’opera missionaria che ha svolto nel vostro Paese e per i semi di fede cristiana che ha gettato all’epoca della prima evangelizzazione del Giappone”, del quale è Apostolo.

“Il bisogno di proclamare Cristo con audacia e coraggio è una priorità continua per la Chiesa – ha osservato –; è un dovere solenne affidatole da Cristo”.

A questo proposito, ha ricordato la futura beatificazione di 188 martiri giapponesi, che “offre un chiaro segno della forza e della vitalità della testimonianza cristiana” nella storia del Paese, i cui abitanti “fin dalle origini sono stati pronti a versare il proprio sangue per Cristo”.

Il compito dei Vescovi oggi, ha spiegato il Pontefice, è quello di “cercare nuovi modi per mantenere vivo il messaggio di Cristo nel contesto culturale del Giappone moderno”.

Anche se i cristiani rappresentano solo una piccola percentuale della popolazione del Paese, “la fede è un tesoro che ha bisogno di essere condiviso con tutta la società giapponese”.

L’importanza del messaggio cristiano è maggiore in Paesi altamente sviluppati come il Giappone, dove “molti stanno scoprendo che il successo economico e la tecnologia avanzata non bastano in sé per dare realizzazione al cuore umano”.

“Attraverso la pratica della carità, in famiglia e nella comunità, possono essere condotti a ‘quell’incontro con Dio in Cristo che susciti in loro l’amore e apra il loro animo all’altro’”, ha aggiunto il Papa citando la sua prima Enciclica, la Deus caritas est (n. 31).

<p>“E’ questa la grande speranza che i cristiani in Giappone possono offrire ai loro compatrioti; non è estranea alla cultura giapponese, ma piuttosto rafforza e dà nuovo impulso a tutto ciò che è buono e nobile nell’eredità della vostra amata Nazione”.

Il Pontefice ha ricordato che sono soprattutto i giovani ad essere “a rischio di essere delusi dal fascino della cultura secolare moderna”.

“Se l’energia e l’entusiasmo giovanili possono essere incanalati verso le cose di Dio, che bastano da sole a soddisfare le loro più profonde aspirazioni, più giovani saranno ispirati a donare la propria vita a Cristo, e alcuni riconosceranno una chiamata a servirlo nel sacerdozio o nella vita religiosa”.

La messe del Signore in Giappone, ha proseguito, “è sempre più composta da persone di varie nazionalità, al punto che più della metà della popolazione cattolica è formata da immigrati”.

Ciò fornisce l’opportunità di arricchire la vita della Chiesa nel Paese e di sperimentare la reale cattolicità del Popolo di Dio. “Compiendo passi per assicurare che tutti siano in grado di sentirsi benvenuti nella Chiesa, potete attingere ai tanti doni di cui gli immigrati sono portatori”, ha spiegato.

Ricordando che i Vescovi giapponesi hanno fatto sentire la voce della Chiesa “in un mondo in cui i conflitti armati arrecano tanta sofferenza agli innocenti”, il Papa li ha incoraggiati a “continuare a parlare su temi di rilevanza pubblica” e ad assicurare che le loro dichiarazioni siano “promosse e ampiamente diffuse, così che possano essere udite adeguatamente a tutti i livelli della società”.

In questo modo, ha osservato, “il messaggio di speranza che porta il Vangelo può davvero toccare menti e cuori, portando a una fiducia nel futuro, un amore e un rispetto per la vita maggiori, aumentando l’apertura allo straniero”.

In Avvento, ha concluso il Papa, “l’intera Chiesa attende con ansia la celebrazione della nascita del nostro Salvatore. Prego che questo periodo di preparazione possa essere per voi e per l’intera Chiesa in Giappone un’opportunità per crescere nella fede, nella speranza e nell’amore, così che il Principe della Pace possa davvero trovare una casa nel vostro cuore”.

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ZENIT Staff

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