Di Mirko Testa
SIBIU, giovedì, 6 settembre 2007 (ZENIT.org).- L’Assemblea Ecumenica Europea di Sibiu rappresenta “un luminoso anticipo dell’unità nello Spirito”, ha detto giovedì il Cardinale Dionigi Tettamanzi, Arcivescovo Metropolita di Milano.
Nel meditare su un racconto evangelico per la preghiera del mattino, il porporato ha affermato che l’evento in corso in Romania raappresenta una esperienza simile a quella dei tre discepoli che poterono contemplare la Trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor.
“Un’assemblea ecumenica, se come Gesù sa ritirarsi in disparte per pregare e ascoltare la parola rivelata nell’unità dei due Testamenti e se cerca di aprirsi alla comunione di Dio con tutti i suoi figli, lascia trasparire la luce divina dello Spirito che l’abita e la trasfigura”, ha detto.
“A radunarsi a Sibiu in questa nostra Assemblea Ecumenica è l’unica Chiesa del Signore. Anche se il percorso storico del movimento ecumenico appare faticoso e controverso, noi qui possiamo vivere un’esperienza simile a quella del monte Tabor”, ha aggiunto.
“Chi – come Pietro, Giacomo, Giovanni – si lascia chiamare dal Maestro a pregare con lui e non si lascia opprimere dal torpore del sonno può contemplare la bellezza della comunione universale”, ha continuato.
“Questa ci è già donata in Cristo e lo Spirito di Dio ne suscita la percezione nel cuore di chi tra noi sa decidersi per il santo viaggio alla sequela del Signore”, ha affermato il Cardinale Tettamanzi.
Perciò, “la conversione, cui le Chiese sono chiamate, consiste nel cogliere la ‘cosa nuova’ che il Signore sta facendo”, l’ “azione nuova” dello Spirito Santo che “vivifica e trasfigura” e “suscita l’attesa del Signore che viene”.
Questo perché senza lo Spirito Santo e senza l’attesa “la Chiesa è soltanto un’organizzazione religiosa di questo mondo, l’ecumenismo un’attività diplomatica alla ricerca di successi nelle relazioni bilaterali, l’unità la realizzazione in tempi differenti di un ‘modello di chiesa’ sociologicamente vincente”.
È lo Spirito che “fa della Chiesa l’icona della comunione trinitaria vissuta nella libertà della fede, dell’ecumenismo l’iniziativa interiore che converte i cuori a Dio e li riconcilia in Cristo, dell’unità l’evento celebrato in modo multilaterale e contemporaneo da tutte la Chiese insieme”.
“Questo evento è l’ ‘impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio’ (Mc 10,27). Lo vedremo tutti un giorno, come i discepoli videro quello di Pasqua. Ma come tre di questi discepoli pregustarono la visione del corpo trasfigurato di Gesù, noi oggi a Sibiu abbiamo il privilegio di contemplare”, ha poi concluso.