ARICCIA (ROMA), lunedì, 10 settembre 2007 (ZENIT.org).- L’Arcivescovo John Patrick Foley, presidente emerito del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, ha sintetizzato quella che alcuni cominciano a chiamare la “teologia della comunicazione” in una frase: “Dio è verità e Dio è amore – ed entrambi richiedono comunicazione”.

Lo ha fatto venerdì, inaugurando ad Ariccia (Roma) un congresso di esperti su teologia e comunicazione.

Monsignor Foley, che attualmente è Gran Maestro dell’Ordine Equestre dei Cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme, ha spiegato che “la vera essenza della nostra fede è legata alla comunicazione”.

Per l’Arcivescovo statunitense, il cristianesimo è comunicazione: “la comunicazione, anzi la comunione, di Padre, Figlio e Spirito, la comunicazione di essere nella Creazione: comunicazione attraverso la rivelazione, la comunicazione della Parola diventata carne nel ventre della Beata Vergine Maria e che si è fatta Uomo”.

Il presule ha anche ricordato la “sublime comunicazione” della Santa Comunione in cui si ricevono il corpo e il sangue del Dio fatto uomo, Gesù Cristo.

“Se è vero che non sono più ufficialmente associato al lavoro delle comunicazioni nella Chiesa, nessuno è mai distante dall’opera essenziale della comunicazione e dell’esemplificazione e dell’insegnamento della verità su Gesù”, ha aggiunto il Gran Maestro.

L’Arcivescovo Foley ha anche indicato ai trenta esperti mondiali riuniti in un simposio di cinque giorni (www.theocom.net) che “la comunicazione e la sua dignità sono essenziali non solo per indicare la dignità della comunicazione nella vita interpersonale, ma anche nella relazione con Dio”.

Teologi e comunicatori di vari centri e discipline condividono fino a mercoledì 12 settembre la loro visione sulla teologia della comunicazione in un seminario organizzato dalla Pontificia Università Gregoriana attraverso il suo Centro Interdisciplinare sulla Comunicazione Sociale (CICS).

Hanno partecipato all’incontro anche le Università Pontificie della Santa Croce e Salesiana di Roma, così come professori provenienti da diversi Paesi, tra cui Filippine, Cile, Nigeria, Austria, Inghilterra, Canada, Ungheria e India.