Aborto selettivo a Milano: “E’ l'eugenetica che impone le sue leggi”

Commento de “L’Osservatore Romano”

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CITTA’ DEL VATICANO, lunedì, 27 agosto 2007 (ZENIT.org).- “L’Osservatore Romano” ritiene che il caso dell’aborto per errore di una bimba al posto della sua gemella Down mostri come “è l’eugenetica che impone le sue leggi”.

La procura di Milano ha aperto d’ufficio un fascicolo di inchiesta rubricato a modello 45 senza ipotesi di reato e senza indagati sul caso dell’aborto selettivo all’ospedale San Paolo di Milano.

I reati ipotizzabili in astratto sono la violazione della legge sull’aborto e la colpa medica.
L’inchiesta riguarda una donna incinta di due gemelle, di cui una affetta da sindrome di Down, che aveva chiesto un aborto selettivo per quest’ultima; per errore, tuttavia, è stato eliminato l’altro feto.

In seguito, la donna ha chiesto l’interruzione di gravidanza anche per la bambina Down.

Il quotidiano vaticano nell’edizione che domani sarà nelle edicole commenta il caso affermando che “è la cultura della perfezione che impone di escludere tutto ciò che non appare bello, splendente, positivo, accattivante”.

“E quello che si apre è il vuoto, il deserto di una vita priva di contenuti anche se confezionata a perfezione”.

Con il titolo “Non avete il diritto”, “L’Osservatore Romano” costata che “sono morte due bambine. Uccise nelle conseguenze di un aborto selettivo”.

“I genitori hanno deciso di effettuare l’aborto per tenere solo la gemella ‘sana’. Un terribile errore ha portato invece a sopprimere quest’ultima bambina. Una scelta radicale ha poi portato a ripetere l’aborto per la sorellina rimasta in vita”.

Nessun uomo, secondo il quotidiano vaticano, “ha diritto di sopprimere un’altra vita. Nessun uomo ha il diritto di sostituirsi a Dio. Per nessuna motivazione”.

“Eppure innocenti continuano a morire. Le loro parole non dette, i loro sorrisi mai espressi, i loro sguardi mai accolti continuano a non suscitare sdegno o almeno le necessarie, profonde, serie riflessioni”.

“È una scelta illegittima, anche se autorizzata dalla legge, come in Italia”.

“L’Osservatore” esprime infine il “timore” che “una politica troppo presa da sciocchezze varie finisca per definire sciocchezze, come è suo costume talvolta, quelle che sono, o che possono tramutarsi, in disperanti tragedie”.

Commentando la notizia dell’aborto, il Vescovo Elio Sgreccia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, ha rivolto un appello ad accogliere ogni vita umana.

Davanti a questo caso o ad altri, per il Vescovo è necessaria innanzitutto “l’accoglienza della vita”.

“Soltanto con questo atto fondamentale da parte di tutte le persone interessate si raggiunge la vera serenità, la vera pace della coscienza e il vero bene della società”, ha osservato.

“Dobbiamo sentirci tutti sollecitati, da questo fatto e da molti altri che si ripetono di giorno in giorno, a riprendere un nuovo e diverso impegno per ottenere il rispetto della vita fin dal primo momento, perché queste creature hanno la nostra stessa dignità”.

“Quando anche fossero gravate da un handicap, hanno semplicemente un titolo in più per essere aiutate”.

“Tutto questo finché non cambierà la cultura, finché non cambierà anche la legge. Soltanto accogliendo la vita per quello che è, per il valore che ha e per il bene che porta con sé, la società va verso il bene comune e noi dobbiamo mirare al bene comune, evitando le polemiche ma assumendo le vere responsabilità”, ha aggiunto.

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ZENIT Staff

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