Benedetto XVI e Bartolomeo I rinnovano il loro impegno in vista della piena comunione

Ed esprimono “gioia profonda per la ripresa del dialogo teologico” tra cattolici e ortodossi

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ISTANBUL, giovedì, 30 novembre 2006 (ZENIT.org).- Firmando una Dichiarazione congiunta Papa Benedetto XVI e il Patriarca Ecumenico Bartolomeo I si sono impegnati a compiere sforzi concreti per giungere alla piena comunione di ortodossi e cattolici.

Al termine della Divina Liturgia nella festa dell’Apostolo Andrea, celebrata il 30 novembre nella Chiesa patriarcale di San Giorno al Fanar (Istanbul), i due capi religiosi hanno voluto sottoscrivere una Dichiarazione volta a “rinnovare il nostro impegno in vista della piena comunione”, un impegno che “proviene dalla volontà di nostro Signore e dalla nostra responsabilità di Pastori nella Chiesa di Cristo”.

“Per quanto riguarda le relazioni tra la Chiesa di Roma e la Chiesa di Costantinopoli – si legge nella Dichiarazione congiunta –, non possiamo dimenticare il solenne atto ecclesiale che ha relegato nell’oblio le antiche scomuniche, le quali, lungo i secoli, hanno influito negativamente sulle relazioni tra cattolici ed ortodossi”.

Il 7 dicembre 1965, con un atto ecclesiale studiato nel minimo dettaglio, la Chiesa di Roma e quella di Costantinopoli condannarono il ricordo delle scomuniche fra il delegato papale, il Cardinale Umberto da Silva Candida e il Patriarca Cerulario di Costantinopoli che diede vita al Grande Scisma del 1054.

Nella Dichiarazione congiunta, i due leader religiosi hanno tuttavia sottolineato che sia gli ortodossi che i cattolici non hanno “ancora tratto da questo atto tutte le conseguenze positive che ne possono derivare per il nostro cammino verso la piena unità”.

Il Vescovo di Roma e il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli – “Primus inter pares” del mondo ortodosso – hanno quindi espresso la loro “gioia profonda per la ripresa del dialogo teologico” in occasione della IX Sessione plenaria della “Commissione Mista Internazionale per il Dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa nel suo insieme”, tenutasi a Belgrado dal 18 al 25 settembre e ospitata dal Patriarcato ortodosso di Serbia.

Con l’incontro di Belgrado, la “Commissione” – viene sottolineato nella Dichiarazione congiunta – “ha potuto lavorare di nuovo in uno spirito di amicizia e di collaborazione”, riprendendo i lavori interrotti dopo la Sessione plenaria tenutasi a Baltimora (Stati Uniti), nel luglio 2000.

Con questa Plenaria la Commissione per il Dialogo Teologico ha voluto continuare i passi concreti di riavvicinamento iniziati nel 1980, con l’incontro a Patmos e Rodi, per giungere al ristabilimento della piena comunione, basata sull’unità di fede e la tradizione della Chiesa primitiva, e che troverà la sua piena espressione nella comune celebrazione dell’Eucaristia.

Durante i lavori è stato studiato un documento elaborato dalle Sotto-commissioni e sintetizzato a Mosca nel 1990 dal “Comitato misto di coordinamento”, in vista della Plenaria di Freising, in Germania (giugno 1990), e mai esaminato poiché, su richiesta degli ortodossi, venne affrontata nel dialogo la questione del cosiddetto “uniatismo” (termine con il quale gli ortodossi indicano la questione delle Chiese presenti in Paesi di tradizione ortodossa che sono in unione con il Vescovo di Roma).

Il documento si intitola: “Le conseguenze ecclesiologiche e canoniche della natura sacramentale della Chiesa: conciliarità ed autorità nella Chiesa”, ai tre livelli della vita ecclesiale: locale, regionale e universale.

Nella Dichiarazione congiunta Papa Benedetto XVI e il Patriarca Bartolomeo I hanno affermato che la fase di studio inaugurata da questa Plenaria “permetterà di affrontare alcune delle principali questioni ancora controverse tra cattolici ed ortodossi”.

“Esortiamo cattolici ed ortodossi a prendere parte attivamente a questo processo, con la preghiera e con gesti significativi”, aggiungono poi.

“Possa il nostro incontro essere un segno e un incoraggiamento per noi tutti, cattolici ed ortodossi, a condividere gli stessi sentimenti e gli stessi atteggiamenti di fraternità, di collaborazione e di comunione nella carità e nella verità”, proseguono.

“Lo Spirito Santo ci aiuterà a preparare il grande giorno del ristabilimento della piena unità, quando e come Dio lo vorrà. Allora potremo rallegrarci ed esultare veramente”, hanno infine affermato.

La “Commissione Mista” Internazionale per il Dialogo Teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa è stata ufficialmente resa pubblica il 30 novembre 1979 a Istanbul, in occasione della visita al Fanar di Papa Giovanni Paolo II al Patriarca Dimitrios I. La sua prima riunione si è tenuta però nel giugno dell’anno successivo.

La Commissione è composta da 30 membri della Chiesa ortodossa e da 30 membri di quella Romano Cattolica. I Copresidenti sono il Cardinale Walter Kasper e il Metropolita di Pergamo, Ioannis; i due Segretari sono il Metropolita di Sassima, Gennadios, e monsignor Eleuterio F. Fortino, Sottosegretario del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.

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ZENIT Staff

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