ROMA, venerdì, 24 novembre 2006 (ZENIT.org).- Di fronte alla riforma degli studi universitari derivante dall’adesione della Santa Sede al “processo di Bologna” – che vede impegnate già le università di 45 Stati europei – per il riconoscimento reciproco dei titoli accademici, in Italia si avverte sempre più l’esigenza di una migliore formazione teologica dei laici.
Ad affermarlo è monsignor Giuseppe Lorizio, Direttore dell’Istituto “Ecclesia Mater” della Università Pontificia Lateranense, che da diverse settimane ha dato vita all’Osservatorio Formazione Teologica dei Laici (OFTeL): una “newsletter” di collegamento tra docenti, studenti, istituzioni, per una capillare diffusione di notizie e lo scambio di esperienze.
La newsletter, che vede come Direttore responsabile il giornalista Fabrizio Mastrofini, si pone come “uno strumento di lavoro e di collegamento tra tutti coloro che si occupano della formazione teologica dei laici a livello professionale e di quegli stessi laici in formazione o già formati, che intendono approfondire le tematiche di maggiore attualità e tenersi aggiornati sull’evoluzione dei percorsi”.
Con l’introduzione del percorso formativo del 3+2 per gli Istituti Superiori di Scienze Religiose, che porterà nel medio periodo ad una ristrutturazione totale degli assetti attuali, è aumentata infatti la coscienza che la formazione teologica dei laici rappresenta una delle sfide centrali per la vita e il futuro della Chiesa in Italia.
In una intervista pubblicata dal periodico “Settimana” dei Dehoniani di Bologna (n. 36/2006, pag. 12), di cui “OFTel” ha pubblicato alcuni estratti, monsignor Lorizio afferma che: “Attraverso il nostro Istituto, la Facoltà di teologia si apre ai laici e ciò credo che le consenta un’opportunità interessante di verifica e validazione delle proprie prospettive teologiche in rapporto ad un laicato sempre più esigente e preparato, ma anche profondamente interessato al sapere teologico”.
Inoltre, “con l’inizio dell’inserimento nel ‘processo di Bologna’ e l’automatico riconoscimento dei titoli, che andrà a regime nel 2010, la teologia italiana trova uno spazio pubblico non irrilevante, in quanto viene riconosciuto il suo carattere scientifico e propriamente accademico, pur senza essere presente nelle università dello stato italiano”, ha aggiunto.
Monsignor Lorizio che ha sottolineato fra le varie sfide quella di abbattere “lo steccato fra cultura teologica e cultura ‘laica’”, ha poi ricordato che “il progetto di riordino ha consentito di dar vita ad altre facoltà teologiche italiane, come quella del Triveneto e quella della Puglia”.
“Questo – ha spiegato – può essere un vantaggio per il superamento della frammentazione del sapere teologico, in quanto gli istituti presenti sul territorio dovranno coordinarsi con la facoltà di riferimento, la quale esercita su di essi il controllo e in essi conferisce i titoli”.
Monsignor Lorizio ha quindi affermato che è grande la richiesta di formazione teologica per i laici e che “non riguarda soltanto i possibili percorsi accademici, ma itinerari formativi per la catechesi, la liturgia, la carità”.
“Purtroppo, nelle diocesi italiane – e in quelle più grandi in particolare – a questo riguardo vige un regime di grande frammentazione delle iniziative e delle idee. Gli istituti potrebbero costituire i luoghi in cui raccordare l’insegnamento accademico e la formazione di base pastorale”.
Tuttavia, ha osservato: “Impegno pastorale e lavoro scientifico non possono procedere parallelamente, né devono essere pensati separatamente”.
Quanto agli sbocchi lavoratici previsti per il futuro per i laici che hanno deciso di seguire questo percorso formativo, monsignor Lorizio ha detto che “l’insegnamento della religione resta primario”.
“In Italia ancora non siamo abituati ad avere dei laici professionisti a servizio della pastorale nelle sue diverse articolazioni, eppure sarebbe ora che si lavorasse all’individuazione di vere e proprie figure professionali, che possano assumere responsabilità adeguate nella comunità ecclesiale”, ha detto infine.
[Per inviare informazioni o ricevere il bollettino quindicinale dell’OFTeL: oftel@tiscali.it]