Cardinal Martino: il ruolo della Chiesa nella vita pubblica, un diritto e una necessità

Il porporato affronta il tema nel suo recente viaggio negli Stati Uniti

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FAIRFIELD, domenica, 5 novembre 2006 (ZENIT.org).- La Chiesa non è un agente politico, ma la fede cristiana deve avere piena cittadinanza nella cultura del nostro tempo, ha affermato il presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace.

In linea con le affermazioni di Benedetto XVI, il Cardinale Renato Martino ha sottolineato che “nel messaggio di Cristo la comunità umana può trovare la forza per amare il prossimo, combattere quanto è contrario alla vita, accettare la fondamentale uguaglianza di tutti, lottare contro ogni forma di discriminazione, superare un’etica puramente individualistica nella prospettiva dell’amicizia civile e della fraternità”.

“In questa impostazione, la libertà religiosa è un bene per la società”, ha sottolineato.

“Un’autonomia delle realtà secolari che sia veramente tale – ha proseguito – deve garantire la libertà religiosa e permettere alla Chiesa di adempiere il suo compito, che ha un valore pubblico, benché non sia direttamente politico”.

Le parole del porporato sono risuonate nell’università statunitense di Fairfield, nel Connecticut, lunedì scorso, a conclusione di nove giorni di viaggio nel Paese durante i quali, con incontri, conferenze e liturgie, ha presentato il tema della dottrina sociale della Chiesa.

Come ha spiegato nella sua ultima visita universitaria, fa parte della predicazione del Vangelo interessarsi alla promozione umana, proclamare le norme per una nuova coesistenza nella pace e nella giustizia, lavorare con ogni persona di buona volontà per creare relazioni e istituzioni più umane, sintetizza un comunicato del dicastero inviato a ZENIT.

Nei giorni scorsi, all’Università di San Tommaso (Minnesota), il porporato si è concentrato sull’enciclica “Deus caritas est” di Benedetto XVI, e a Minneapolis ha presentato il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa.

In Florida, alla Saint Thomas University di Miami, il Cardinal Martino ha tracciato una panoramica del Magistero sociale della Chiesa a partire dall’enciclica “Rerum Novarum” (sulla situazione degli operai) di Papa Leone XIII fino ad oggi.

Nella città californiana di San Francisco, il Cardinale ha pronunciato una conferenza – centrata sui temi della cooperazione e della solidarietà – nell’incontro annuale “Archbishop John Quinn Colloquium”, il cui asse è stata la lettera pastorale dell’episcopato statunitense “Giustizia economica per tutti”.

Il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, elaborato dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace su incarico di Papa Giovanni Paolo II, è stato presentato alla stampa il 25 ottobre 2004. Da allora, il presidente del dicastero visita numerose Nazioni dei cinque continenti per presentarlo.

Il volume, senza precedenti, raccoglie in primo luogo una sintesi completa e organica della Dottrina Sociale della Chiesa per la formazione, il discernimento e l’azione dei cattolici nel loro impegno di trasformazione del mondo secondo il Vangelo.

Si tratta inoltre di uno strumento di apertura e dialogo con i credenti di altri credo religiosi e con tutti gli uomini di buona volontà per la realizzazione del bene comune nel campo sociale e politico – come ha spiegato il porporato in altre occasioni –, sulla base dei valori fondamentali condivisi di umanità, rispetto della dignità di ogni persona e aspirazione allo sviluppo, alla riconciliazione e alla pace.

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ZENIT Staff

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