Esponente ebraico ricorda i 41 anni della “Nostra Aetate”

Ancora vivida l’eredità di Papa Giovanni XXIII

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ROMA, domenica, 29 ottobre 2006 (ZENIT.org).- Un esponente ebraico, pioniere del dialogo interreligioso, ha ricordato il 41° anniversario dell’emanazione, da parte del Concilio Vaticano II, della “Nostra Aetate”, la Dichiarazione sulla posizione della Chiesa cattolica nei confronti delle religioni non cristiane.

La Dichiarazione servì a condannare l’antisemitismo e a promuovere una nuova era di rapporti interreligiosi pacifici, ha spiegato Baruch Tenembaum, creatore della Fondazione Raoul Wallenberg (http://www.raoulwallenberg.net/).

“Questo momento di cambiamento nella storia dei rapporti giudaico-cattolici non è stato frutto del caso o di opportunismo politico”, ha spiegato Baruch Tenembaum.

Papa Giovanni XXIII ha convocato il Concilio che il 28 ottobre 1965 – sotto il pontificato di Paolo VI – pubblicherà questa Dichiarazione “sulle relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane”.

“[La Nostra Aetate] è stata la testimonianza che ha confermato un nuovo atteggiamento nei confronti del popolo ebraico, una vera trasformazione nata nei sentimenti e nel profondo senso di riconciliazione di Giovanni XXIII”.

Per questa ragione, nell’anno 2000 Tenembaum ha creato il Comitato Internazionale Angelo Roncalli, composto da persone di diverse religioni e ideologie, tutte unite dalla volontà di rendere noto il coraggioso salvataggio di popoli perseguitati durante l’Olocausto da parte del Nunzio Apostolico che in seguito divenne Papa Giovanni XXIII.

Come Delegato Apostolico in Turchia e Grecia dopo il 1935, Roncalli ha intessuto un dialogo pacifico e costruttivo con il mondo ortodosso e con quello islamico, ha ricordato l’iniziatore della Fondazione Internazionale Raoul Wallenberg.

Allo scoppio della II Guerra Mondiale, rischiò la sua posizione e la sua sicurezza per fornire migliaia di visti di transito turchi, certificati di Battesimo “temporanei” e certificati di immigrazione, autorizzando gli ebrei ungheresi perseguitati dal Nazismo a fuggire in Palestina.

“Ha anche aiutato gli ebrei di Francia, Slovacchia, Croazia, Bulgaria, Romania e Italia. Le fonti cattoliche sostengono che emise 80.000 certificati protettivi”, ha indicato, ricordando anche come “le testimonianze al processo di Norimberga affermano che aiutò a salvare decine di migliaia di vite”.

Roncalli non solo agì direttamente per salvare moltissime persone, ma denunciò davanti al Vaticano e alle Nazioni alleate il genocidio compiuto dai Nazisti, ha aggiunto il teologo.

Quarant’anni dopo, “l’umanità ha ancora molto da imparare dal suo splendido apostolato”, ha concluso Tenembaum.

La Fondazione Internazionale Raoul Wallenberg è un’organizzazione non governativa la cui missione è sviluppare programmi educativi e campagne di presa di coscienza pubblica che promuovano l’eredità morale di chi mise a repentaglio la propria vita per salvare gli ebrei durante l’Olocausto.

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ZENIT Staff

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