Cardinale Tettamanzi: “comunione, collaborazione e consapevolezza” per il futuro della Chiesa italiana

VERONA, martedì 17 ottobre 2006 (ZENIT.org).- Il Cardinale Dionigi Tettamanzi, Arcivescovo di Milano, ha risposto alle domande dei giornalisti martedì 17 ottobre, nel corso della conferenza stampa di presentazione del primo giorno di lavori del Convegno Ecclesiale Nazionale in svolgimento in questi giorni a Verona.

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“Stiamo per affrontare il secondo momento del Convegno Ecclesiale – ha affermato il porporato che è anche Presidente del Comitato Preparatorio del Convegno Ecclesiale – quello della esposizione delle tematiche. Il primo momento più importante è stato quello della preparazione, poi seguirà quello decisivo della ricaduta dei contributi del Convegno stesso nelle diocesi”.

Il Presidente del Comitato Preparatore ha insistito molto sul processo di unificazione dei cattolici, “impegnati nella coerente testimonianza di Gesù Cristo nella vita di tutti i giorni”.

Alla domanda su come la Chiesa pensa di rinnovarsi, l’Arcivescovo di Milano ha spiegato un suo progetto evangelico che passa per “una triade fatta di comunione, collaborazione e consapevolezza”.

“Un progetto di sostanziale comunione non solo nel cuore, ma anche nelle mani”, ha detto il Cardinale Tettamanzi.

Un giornalista ha quindi domandato in che modo la Chiesa sta provando a risolvere il problema delle 4.000 parrocchie sprovviste di parroci, e se, a tal proposito, non si sta vagliando la possibilità di inviare in parrocchia molti dei sacerdoti che oggi svolgono funzioni burocratiche.

L’Arcivescovo di Milano ha risposto che si pensa di risolvere il problema “organizzando meglio la supplenza, perché i segretari hanno da svolgere un lavoro importante”.

A questo proposito don Franco Giulio Brambilla, Direttore di Sezione del Ciclo Istituzionale della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale e relatore al Convegno, ha precisato che “è in atto una redistribuzione del clero sul territorio”.

Una madre, dirigente del Movimento della Vita in Sicilia, ha poi chiesto indicazioni su come dare un seguito al lavoro dei tanti laici che si sono impegnati durante il referendum sulla legge 40, mentre un altro giornalista ha domandato come dare più rilevanza ai temi di scottante attualità sulla vita e la morte.

Nel rispondere, il Cardinale Tettamanzi ha spiegato che all’interno della Chiesa “ci sono dei movimenti che affrontano questi problemi in maniera specifica”.

Replicando, invece, a chi lamentava una scarsa presenza giovanile tra i delegati giunti al Convegno di Verona, monsignor Claudio Giuliodori, Direttore dell’Ufficio Nazionale per le Comunicazioni Sociali della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), ha spiegato che “i criteri per la scelta dei delegati sono stati cambiati per dare più spazio ai giovani”. Sono infatti 40 i delegati dei giovani al Convegno Ecclesiale.

Circa le diverse collocazioni che i cattolici hanno nello schieramento politico, il Presidente del Comitato Preparatorio ha detto di essere “allergico a sigle ed etichette e di guardare alla sostanza, cercando di far riferimento al Vangelo ed al buon senso”.

L’Arcivescovo di Milano ha spiegato che “i cristiani sono a rischio” ed ha invitato a “riprendere in mano il Vangelo che è come un trattato costituzionale che deve essere ritrascritto ogni giorno”.

Il Cardinale Tettamanzi ha quindi concluso affermando che “non conta la collocazione ma il riferimento valoriale dei cattolici in politica”.

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ZENIT Staff

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