Dolore del Papa per la morte della regina maori

Deceduta all’età di 75 anni per insufficienza renalem

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CITTA’ DEL VATICANO/WELLINGTON, martedì, 22 agosto 2006 (ZENIT.org).- Benedetto XVI ha espresso il proprio dolore per la morte della regina maori Te Arikinui Dame Te Atairangikaahu – incoronata nel maggio 1966 –, facendo giungere ai suoi familiari e al suo popolo un messaggio di condoglianze.

In un telegramma, il Cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato vaticano, si è fatto portavoce dei sentimenti del Papa, che ha voluto così assicurare ai parenti della sovrana defunta la sua preghiera in questo momento di lutto nazionale.

“Il Santo Padre affida Dame Te Atairangikaahu all’amore misericordioso dell’Onnipotente e invoca sopra il paese il dono divino della consolazione e della pace”, si legge nella missiva, diffusa questo martedì dalla Conferenza Episcopale della Nuova Zelanda (www.cathcom.org.nz).

Te Arikinui, regina dei maori, la popolazione indigena neozelandese che costituisce il 15% circa del paese, è morta il 15 agosto scorso all’età di 75 anni per insufficienza renale.

Diretta discendente del fondatore del Movimento Reale, il Kingitanga, nato alla fine del 1850 nella regione di Waikato per rispondere alle espropriazioni della terra da parte degli europei e trattare con il governo, Dame Te Atairangikaahu era la sesta sovrana maori in una dinastia che risale al 1858, quando il popolo aborigeno si scelse per la prima volta un monarca in risposta alla colonizzazione britannica della Nuova Zelanda.

La monarchia Maori non ha un peso formale, né costituzionale o giuridico in Nuova Zelanda, ma il ruolo di re gode comunque di notevole prestigio.

Nei quarant’anni di regno, il più lungo della storia aborigena, Te Arikinui è stata l’ambasciatrice della cultura maori nel mondo ed ha accolto nel paese reali e diplomatici in visita.

L’episcopato cattolico del paese ha confermato che il Vicario generale della diocesi di Hamilton, monsignor David Bennett, insieme ad altri rappresentanti ecclesiali, ha avuto l’opportunità di porgere l’estremo saluto a Te Arikinui Dame Te Atairangikaahu nel villaggio di Turangawaewae (dove sono stati celebrati i funerali), nell’attesa dell’arrivo – dall’Australia – del Presidente della Conferenza Episcopale della Nuova Zelanda e Vescovo di Hamilton, monsignor Denis George Browne.

In sua assenza, monsignor Bennett, in rappresentanza dell’episcopato cattolico neozelandese e in particolare dei cattolici maori e della diocesi di Hamilton, ha espresso il proprio dolore alla famiglia di Dame Te Arikinui.

“Molti hanno dato testimonianza delle sue qualità di leadership”, ha affermato sulla sovrana deceduta, sottolineandone le grandi qualità morali, come la sincerità, l’umiltà e l’amabilità.

Anche in occasione della sua visita in Nuova Zelanda, Giovanni Paolo II aveva avuto un cordiale incontro con la regina maori.

Ricordando i rapporti intessuti dalla regina con la Chiesa, il Vicario generale di Hamilton ha fatto allusione al momento della presa di possesso di monsignor Edward Gaines, nel 1981, come primo Vescovo della suddetta diocesi, e all’omaggio ricevuto da Te Arikinui di un baculo episcopale intagliato.

La regina fece lo stesso regalo anche al secondo Vescovo di Hamilton, monsignor Denis Browne, in occasione della presa di possesso della sua sede: “Questo baculo è stato sempre utilizzato dal Vescovo nella nostra chiesa cattedrale”.

“Il fatto che genti di diverse culture e origini vengano in gran numero a Turangawaewae a rendere omaggio” alla regina maori scomparsa “mostra il modo in cui Dame Te Ata avvicinò popoli e culture”, ha osservato monsignor Bennett.

Il nuovo re maori è uno dei sei figli di Te Arikinui Dame Te Atairangikaahu. Lunedì scorso la “Radio Vaticana” si è fatta eco della celebrazione con cui Tuheitia Paki, di 51 anni – scelto dai capi e consiglieri anziani e non in base al titolo ereditario –, ha assunto il proprio incarico, mentre la madre ha ricevuto sepoltura nella montagna Tapiri, dove riposano le spoglie di tutti i re maori.

In Nuova Zelanda su una popolazione di più di 4 milioni di abitanti, i cattolici sono circa mezzo milione, mentre più del 40% degli abitanti appartengono ad altre confessioni cristiane.

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ZENIT Staff

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