“Sarebbe troppo semplice dire che la ragione per cui gli Americani e gli Europei vedono il mondo in maniera così differente è che la prima va in Chiesa la domenica e la seconda no”, ha affermato questo venerdì il teologo statunitense, intervenendo ad una conferenza tenutasi presso la Pontificia Università Gregoriana .
“Sarebbe tuttavia un grave errore pensare che le drammatiche differenze nella pratica e nella fede religiosa negli Stati Uniti e in Europa non abbiano nulla di importante a che vedere con le diverse percezioni del mondo”, ha aggiunto.
Il professor Weigel ha ricordato come i problemi dell’Europa si allarghino, ripercuotendosi anche sull’America, sebbene non tutta: “L’alta cultura europea è, in larga misura, cristofobica e non tutti gli Europei descrivono le loro culture e società come ‘post-cristiane’”.
George Weigel è membro anziano e titolare della cattedra John M. Olin in Religione e Democrazia Americana presso l’Ethics and Public Policy Center (EPPC).
“Perché tanti intellettuali europei considerano ogni riferimento alle radici cristiane della civiltà europea contemporanea una minaccia ai diritti umani e alla democrazia?”, si è domandato il professore, invitato dalla Facoltà di Filosofia della storica Università dei Gesuiti a Roma.
“C’era qualche legame tra questo dibattito interno europeo sul processo di elaborazione della Costituzione Europea ed il ritratto che la stampa europea faceva degli Americani come fanatici religiosi che sparano sul mondo?”, si è chiesto Weigel.
La sua risposta è che l’Europa si trova in una grande crisi culturale e morale: “A mio avviso l’Europa sta sperimentando una crisi di morale culturale e di civiltà le cui radici stanno affondando anche in alcuni settori della società e della cultura americane”.
“Comprendere questo fenomeno richiede qualcosa in più di un’analisi politica convenzionale. Le risposte politiche non possono spiegare le ragioni che stanno dietro a quella che forse è la questione più urgente che l’Europa deve affrontare oggi – il fatto che l’Europa occidentale si stia suicidando a livello demografico”, ha sottolineato.
“Questa crisi della morale di una civiltà aiuta a spiegare perché l’uomo europeo stia deliberatamente dimenticando la sua storia e stia abbandonando il duro lavoro e l’avventura della politica democratica, preferendo apparentemente la falsa sicurezza domestica della burocrazia e la dubbia sicurezza internazionale offerta dal sistema delle Nazioni Unite”, ha criticato.
Relativamente alla Chiesa, Weigel ha sostenuto che “la Chiesa cattolica crede che sia volontà di Dio che i Cristiani siano tolleranti nei confronti di quanti hanno un’idea diversa della volontà di Dio o non l’hanno affatto”.
“Per questo motivo i Cattolici (e gli altri Cristiani che condividono questa convinzione) possono riconoscere la loro difesa della libertà altrui anche se l’altro, scettico o relativista, trova difficile riconoscere la libertà del Cristiano”, ha aggiunto.
“Il dibattito sulla menzione di Dio nella nuova Costituzione Europea ha coinvolto anche il presente ed il futuro, non solo il passato”, ha sottolineato.
“Quanti hanno insistito affinché non ci fosse alcun manifesto riconoscimento del fatto che il Cristianesimo ha giocato un ruolo decisivo nella formazione della civiltà europea non l’hanno fatto in nome della tolleranza, nonostante affermino il contrario. Lo hanno fatto perché pensano che possa esistere una politica senza Dio”, ha concluso.
Questi ed altri problemi verranno affrontati nel prossimo libro di Georges Weigel, la cui pubblicazione è prevista per la prossima primavera: “The Cube and the Cathedral: Europe, America and Politics Without God”.