Così ha capito e spiegato il dogma dell’Immacolata il primo abate di Solesmes

La storica abbazia ripubblica un’opera decisiva per la proclamazione del dogma

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SOLESMES, mercoledì, 8 dicembre 2004 (ZENIT.org).- Da secoli l’abbazia benedettina di Solesmes, in Francia, è una fonte di restaurazione e irradiazione liturgica, che ha trovato nel recupero del canto gregoriano una delle sue massime espressioni, svolgendo al contempo un ruolo decisivo nella comprensione del dogma dell’Immacolata Concezione.

All’origine di questo processo si trova la figura di don Prosper Guéranger (1805-1875), il giovanissimo abate che restaurò il monastero di Solesmes, dopo che l’Assemblea Costituente francese nel 1790 aveva vietato i voti religiosi, disperdendo i monaci di questa comunità.

Pio IX, impressionato dal suo contributo alla riforma liturgica e dalla pubblicazione nel 1850 del libro “Mémoire sur l’Immaculée Conception” (“Memoria sull’Immacolata Concezione”), l’anno successivo lo incaricò di redigere un documento nel quale proporre una definizione del dogma dell’Immacolata Concezione. Lo stesso Papa lo avrebbe poi formulato tre anni dopo nella bolla dogmatica “Ineffabilis Deus” (8 dicembre del 1854).

Per comprendere meglio l’importanza del libro di don Guéranger sull’Immacolata, ripubblicato quest’anno dall’Abbazia di Solesmes, ZENIT ha intervistato il fratello Jacques de Préville, monaco di quell’Abbazia.

Fratel Jacques, per quale motivo nel 1850 don Guéranger ha scritto quel libro?

Fratello Jacques: La definizione del dogma dell’Immacolata Concezione, voluta da molti, giudicata inopportuna da altri, era stata oggetto di importanti lavori negli anni che la precedettero. Pio IX, con l’enciclica “Ubi primum”, del 2 febbraio 1849, aveva invitato i vescovi del mondo ad offrire il loro punto di vista sulla possibilità e opportunità di una tale definizione.

In Francia, molti vescovi crearono commissioni di teologi per preparare una loro risposta. Don Guéranger, primo abate di Solesmes, volle contribuire allo sforzo di riflessione su questo privilegio di Maria con il suo libro.

Che importanza ha avuto la festa dell’Immacolata nella vita di don Guéranger, figura di spicco della Chiesa cattolica del secolo XIX?

Fratello Jacques: Il privilegio della Immacolata Concezione di Maria era qualcosa che gli era particolarmente caro. Gli ricordava infatti la grazia di luce che ricevette l’8 dicembre 1823, durante la festa della Concezione di Maria, quando studiava nel seminario ed aveva ancora una visione troppo razionale.

Egli stesso narrò l’evento: “Fu allora che la misericordiosa e compassionevole regina, Madre di Dio, venne in mio aiuto in modo così trionfante quanto inaspettato. L’8 dicembre 1823, mentre facevo le mie meditazioni con la comunità, e affrontavo il mio argomento (il mistero del giorno), con i miei punti di vista razionali come di consueto, all’improvviso mi sentii portato a credere nell’immacolata concezione di Maria. Sentii una dolce allegria dentro di me; senza esserne travolto, con una dolce pace e con una convinzione sincera. Maria si degnò di trasformarmi con le sue mani benedette, senza turbamento, senza trasporto di passione: uno stato naturale scomparve per dare luogo ad un altro. Non dissi nulla a nessuno, soprattutto perché non immaginavo la portata che avrebbe avuto per me questa rivelazione. Senza dubbio mi emozionai, ma oggi sono ancora più emozionato nel capire tutta la portata del favore che la santa Vergine si degnò di concedermi quel giorno”.

Cosa cercava con la sua “Memoria”?

Fratello Jacques: Don Guéranger ha voluto dimostrare in un libro le ragioni per cui la fede nell’Immacolata Concezione poteva essere oggetto di una definizione dogmatica. Pubblicato nell’aprile del 1850, con grande chiarezza e apportando molte informazioni, don Guéranger ha stabilito questa possibilità.

Perché la credenza possa essere definita come dogma di fede, spiegava, è necessario che l’Immacolata Concezione sia parte della Rivelazione, espressa nella Scrittura o nella Tradizione, o trovi fondamento nelle credenze precedentemente definite. Occorre poi che sia proposta alla fede dei fedeli attraverso l’insegnamento del Magistero ordinario. E infine è necessario che sia attestata dalla liturgia, dai Padri e dottori della Chiesa.

Don Guéranger dimostra che queste tre condizioni esistono e che pertanto la sua definizione è possibile. “La Chiesa – afferma – ha dovuto attendere un tempo opportuno per raccogliersi in se stessa, per constatare questo accordo universale che è oggi la prova che si tratta di dottrina della Chiesa cattolica” (“Mémoire sur l’Immaculée Conception”, p. 129.).

Come spiega don Guéranger il legame tra la Rivelazione e la definizione di un “nuovo” dogma?

Fratello Jacques: Don Guéranger ricorda che “non avviene una nuova rivelazione quando la Chiesa definisce un dogma di fede” (“Mémoire sur l’Immaculée Conception”, p. 2). La Chiesa non aggiunge nulla al dato della fede. L’unica cosa che fa è riconoscere che questa verità, ora definita, implicitamente formava già parte del tesoro della Rivelazione. Lo stesso succederà poi con il dogma dell’Assunzione di Maria, definito da Pio XII nel 1950. Di fronte a queste verità definite in questo modo, il credente deve la sua piena adesione di fede.

Don Guéranger dimostra poi, alla fine della sua opera, come era sommamente opportuna la definizione dell’Immacolata Concezione; un qualcosa che egli stesso desiderava ardentemente. Significava onorare la Vergine Maria con il riconoscimento ufficiale del suo privilegio. Sarà “a beneficio del genere umano, perché non è possibile che la terra elevi le sue lodi a Maria senza che questa Madre di misericordia dia riconoscimento, con nuovi benefici, all’impulso del cuore dei suoi figli verso di lei, soprattutto quando queste lodi hanno per oggetto la glorificazione del suo dono più gradito, l’integrità della sua anima, la dispensa da ogni macchia, in una parola, la santità” (“Mémoire sur l’Immaculée Conception”, p. 131).

In cosa consiste l’originalità di questa opera?

Fratello Jacques: In queste pagine è possibile ammirare il grande spirito di fede di don Guéranger, il suo profondo senso della Chiesa, il suo amore fervente per la Vergine Maria. In esse risuona la voce del frate che ha familiarità con la Scrittura, con i Padri della Chiesa e le preghiere liturgiche. Si percepisce un contemplativo che ha meditato per lungo tempo il mistero di Maria Immacolata.

Perché è stato ripubblicato il libro?

Fratello Jacques: Pio IX, dopo aver letto il libro durante un viaggio dell’abate di Solesmes a Roma nel 1851, gli chiese di lavorare su un progetto finalizzato a quella definizione. Abbiamo pensato che potesse essere utile ripubblicare la “Memoria” di don Guéranger nel 2004. Può aiutare a comprendere meglio la portata della bolla del beato Pio IX e la grande luce che da essa scaturisce.

[È possibile acquistare “Mémoire sur l’Immaculée Conception” alla pagina Internet dell’Abbazia di Solesmes: www.solesmes.com]
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ZENIT Staff

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