CITTA’ DEL VATICANO, venerdì, 5 novembre 2004 (ZENIT.org).- Il messaggio inviato come ogni anno dal Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, in occasione della festa dell’ Id al-Fitr, posta a chiusura del mese di Ramadan, contiene un invito a costruire un dialogo tra le diverse religioni anche partendo da cause comuni come quella della tutela dei diritti dei più piccoli.
Nel messaggio firmato dal presidente di questo Pontificio Consiglio, l’arcivescovo Michael L. Fitzgerald, e distribuito questo venerdì dalla Sala Stampa del Vaticano, si legge “cari amici musulmani, dobbiamo unire i nostri sforzi, ricordando la dignità di ogni essere umano, la cui esistenza è voluta da Dio stesso”.
“Denunciando senza tregua tutto ciò che degrada il bambino e lottando con tutte le nostre forze contro queste ‘strutture di peccato’”, ha poi affermato.
La Commissione per le Relazioni con i musulmani ha inviato per la prima volta una lettera ai musulmani di tutto il mondo, in occasione di questa festa nel 1967. Da allora è divenuta pratica consueta esprimere in tal modo le proprie felicitazioni in un momento gioioso e significativo nel ciclo della vita islamica.
Il Ramadan, infatti, mese durante il quale non è consentito mangiare e bere dall’alba al tramonto e sono prescritte la preghiera e la lettura del Sacro Corano, rappresenta il momento in cui si ritiene che il loro testo sacro sia stato inviato dal cielo come guida e mezzo di salvezza per gli uomini.
Nel parlare dell’ “accoglienza” che deve essere riservata ai bambini nei diversi stadi della loro vita il prelato ha elencato i diversi diritti del bambino: “ad essere accolto in seno ad una famiglia naturale e stabile”, “ad essere nutrito, vestito e protetto” e ad “essere educato affinché si sviluppino in lui e, più tardi, possa sviluppare egli stesso, tutte le sue capacità”.
“Voi considerate un figlio come una benedizione di Dio, in particolare per i suoi genitori. Noi cristiani condividiamo questa visione religiosa, ma la nostra fede cristiana ci insegna, allo stesso tempo, a scoprire nel bambino un modello per i nostri rapporti con Dio”, ha aggiunto.
“Gesù ci ha indicato, come esempio, la semplicità del bambino, la sua fiducia, la sua docilità, la sua gioia di vivere, mostrandoci così che dobbiamo vivere in una sottomissione fiduciosa a Dio”, ha quindi spiegato.
Tuttavia, ha sottolineato monsignor Fitzgerald, nonostante i molti sforzi compiuti dai rappresentanti della Santa Sede e dai Paesi a maggioranza islamica in difesa e a tutela dei valori umani fondamentali dei bambini quest’ultimi sono ancora oggetto di ingiustizie.
Sfruttati nel lavoro, “arruolati o coinvolti in guerre o conflitti”, usati nel traffico di organi, oggetto di abusi sessuali e sfruttati in un commercio del sesso che ha trovato in loro “le prime vittime”, i bambini sono spesso costretti a fronteggiare anche sin dalla nascita “la tragedia dell’AIDS”.
O ancora come “nuova vittima di certi mutamenti nella società”, il bambino è il primo a soffrire della disgregazione delle famiglie.
“In questo mese di Ramadan, possano i vostri figli essere fortificati nel compimento delle opere di bene!", ha auspicato infine monsignor Fitzegrald. "Possano imparare anche a resistere alle felicità illusorie ed ai piaceri effimeri per conquistare una libertà interiore ed essere più sottomessi a Dio! Diano anche testimonianza dell’importanza dei valori religiosi!”.
Il messaggio inviato dall’arcivescovo Fitzgerald introduce e anticipa la terza Giornata del dialogo cristiano-islamico sul tema “Per un'alleanza di civiltà”, che prevede, per il 12 novembre 2004, ultimo venerdì del Ramadan, una serie di manifestazioni volte a rafforzare la comprensione e la conoscenza reciproca fra le due fedi monoteistiche in uno spirito di risposta alla comune vocazione alla pace.
Questa giornata mira a recuperare il senso del gesto compiuto da Giovanni Paolo II, in occasione dell’ultimo venerdì di Ramadan del 2001, quando il Santo Padre volle condividere con il mondo islamico una giornata di digiuno.
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Nov 05, 2004 00:00