“Con il termine Inquisizione, – ha spiegato Borromeo – si suole designare un complesso di tribunali ecclesiastici, il cui titolare, in base ad espressa delega papale, era investito della giurisdizione riguardante uno specifico delitto, il delitto di eresia”.
“L’istituzione – ha continuato il professore – non nacque bell’e fatta. Durante il pontificato di Gregorio XI (127-1241) cominciano ad agire speciali commissari (inquisitores) delegati dalla Sede Apostolica con il compito di combattere l’eresia in determinate regioni.
Lo sviluppo dell’attività di questi primi inquisitori e la loro crescita numerica portarono alla nascita di una istituzione ecclesiastica.
Progressivamente, con il trascorrere del tempo, il papato dotò questa istituzione di una propria organizzazione, una propria burocrazia e una propria normativa (specialmente in materia di procedure processuali) che diedero il suo volto specifico all’Inquisizione.
Quest’ultima, fu particolarmente attiva nei secoli XIII e XIV nel combattere i movimenti ereticali medievali (soprattutto catari e valdesi), conoscendo una fase di declino nel secolo XV.
“Ma l’istituzione registrerà una successiva, rilevante ripresa della sua attività nel XVI e nel XVII secolo con la fondazione dei nuovi tribunali della penisola iberica (la cui azione fu principalmente rivolta contro i pseudo convertiti dal giudaismo e dall’islamismo)”, ha spiegato il prof. Borromeo.
“E la creazione del Sant’Ufficio romano, concepito inizialmente come strumento per la lotta contro la diffusione del protestantesimo”, ha poi precisato.
I tribunali finiranno con l’essere soppressi tra la seconda metà del XVIII secolo e i primi decenni del XIX secolo: in particolare, in Italia ciò accadde sotto la spinta delle idee illuministiche e dei programmi di riforma ecclesiastica promossi dai vari principi, mentre, nella penisola iberica, esso fu dovuto all’affermarsi dell’ideologia liberale.
L’ultimo tribunale a scomparire sarà infatti quello spagnolo, abolito nel 1834. Continuerà a sopravvivere la Congregazione romana del Sant’Ufficio fino alla radicale riforma operata da Paolo VI nel 1965, il quale ne muterà persino il nome in quello odierno di Congregazione per la Dottrina della Fede.