LONDRA, sabato, 12 giugno 2004 (ZENIT.org).- Sembra che oggi non vi sia limite alle spese relative agli animali domestici. Lo scorso anno in Gran Bretagna i proprietari di animali domestici hanno speso la strabiliante somma di 11,23 miliardi di sterline (20 miliardi di dollari) solo per cani e gatti, secondo il giornale “Independent” del 2 giugno. Seppure gran parte della spesa è andata nell’alimentazione, 1,75 miliardi di sterline (3,2 miliardi di dollari) sono stati spesi in delizie e regali. Queste cifre sono peraltro in crescita, nonostante il calo nel numero dei proprietari di animali.
Non solo aumentano le spese dedicate agli animali, ma adesso anche i servizi, precedentemente riservati alle persone, si stanno indirizzando agli animali. Secondo “l’Independent”, i cani britannici potranno presto godere del primo laboratorio yoga del Regno Unito a loro dedicato.
“Siccome uomini e donne spendono sempre di più in abbigliamento, cura dei capelli e cosmetica, essi vogliono spendere sempre di più anche per i loro animali”, ha affermato Dan Thomas, responsabile della cura estetica presso il “Pet Pavilion”, la società che sta introducendo il “doga”. “È come mandare il proprio figlio ad una scuola migliore; è semplicemente un altro modo per migliorare il proprio stile di vita.”
Catriona Marshall, direttore marketing di “Pets at Home” ha affermato: “Per molte persone, possedere un animale domestico è diventato come avere un figlio, ed è in questo senso che anche le imprese per gli animali domestici si stanno orientando”.
Negli Stati Uniti, stanno aumentando sempre di più le possibilità di scelta per dare al proprio animale una vacanza speciale, secondo il “Christian Science Monitor” del 1° giugno scorso. In California, il “Loews Beverly Hills Hotel” prenderà accordi con uno chef dedicato alla preparazione dei pasti per gli animali. E in Wisconsin e Colorado, i camping organizzano giornate speciali di attività dedicate agli animali. Vi sono poi altre attività come le visite guidate all’acquario in Florida.
“L’industria turistica ha iniziato ad entrare più profondamente nel sentimento di compagnia che gli amanti degli animali domestici ricercano”, ha osservato Tierra Griffiths, portavoce della “American Pet Products Manufacturers Association”.
Negli Stati Uniti, i proprietari di animali domestici hanno speso lo scorso anno 32,4 miliardi di dollari per i loro animali, e le industrie sono ansiose di potersi conquistare una fetta del mercato, ha osservato il “Monitor”. La popolazione degli animali domestici in tale Paese ha raggiunto la cifra di 353 miliardi, e circa il 62% delle famiglie ne possiede uno.
Un altro mercato in forte crescita è quello dei regali per gli animali. Nel periodo natalizio dello scorso anno, la Warner Brothers ha lanciato una linea di abbigliamento di lusso, secondo il quotidiano britannico “Telegraph” dell’11 novembre 2003. La collezione presentata a Londra comprende un cappottino di satin per cani, tempestato di cristalli Swarovski e bordato di seta rosa, al prezzo di 900 sterline (1.650 dollari), e un collare per cani di platino, tempestato di diamanti del valore di 12.000 sterline (22.100 dollari). Vi sono poi anche collari e guinzagli ornati di cristalli (629 sterline, o 1.150 dollari, a set), scodelle per cani (379 sterline), ceste da viaggio, nonché cuscini e lettini “unisex”.
“Le vendite di accessori per animali sono alle stelle”, ha affermato un portavoce della Warner Brothers. “Molte persone rimandano l’idea di avere figli, spendendo invece i soldi per i loro cani e gatti.” La Warner Brothers – ha osservato il “Telegraph” – non è l’unica: Gucci vende un collare per gatti placcato d’oro con diamanti incastonati a 605 sterline (1.111 dollari), e Louis Vuitton vende un porta animali per 790 sterline. Lo stilista Eric Way paga una tata a tempo pieno per badare ai suoi due shih-tzu e al suo bichon frisé.
La spirale delle spese sanitarie
Somme sempre più cospicue vengono spese in cure mediche per gli animali. In Australia, il “Animal Referral Hospital” di Sydney sta facendo affari d’oro, riporta il giornale “Age” di Melbourne del 26 marzo. Cinque anni fa esso impiegava 10 persone, mentre ora ne ha 90, ha affermato la dott.ssa Sarah Goldsmith, socia fondatrice.
“Abbiamo un gran numero di casi limite, casi veramente gravi”, ha affermato Goldsmith. “Effettuiamo sostituzioni totali dei fianchi, interventi chirurgici alla colonna vertebrale, interventi su fratture complesse, chirurgia oncologica, chirurgia al torace, e così via. Adesso siamo ad un livello in cui possiamo eseguire sugli animali la radioterapia ed esami diagnostici come risonanza magnetica e TAC.
E nel caso in cui tutto dovesse andare male, la “San Francisco-based Genetic Savings & Clone” offre la possibilità di duplicare gli animali alla modica cifra di circa 50.000 dollari a copia, secondo la “Agence France-Presse” del 28 marzo. L’azienda ha annunciato, nel febbraio del 2002, la prima clonazione di un gatto, ed ha in programma di clonarne altri nove quest’anno.
L’azienda ha già ricevuto quattro ordinazioni di clonazioni di gatti e sta lavorando assiduamente per duplicare la struttura genetica dei cani. Ha già qualche centinaio di clienti che stanno custodendo i geni dei propri animali nella speranza di poter far rivivere i loro amati compagni pelosi nel futuro.
Le cure sanitarie possono arrivare finanche al trattamento psicologico, ha osservato il giornale britannico “Independent” del 4 gennaio. Dopo aver attaccato una cameriera e aver ammazzato uno dei corgi della Regina, il “problematico” bull terrier inglese della Principessa Anna, Florence, è stato portato dallo psicologo degli animali. Lo psicologo Roger Mugford aveva già avuto in cura un altro cane della Principessa Anna, il quale aveva aggredito due bambini nel 2002. Egli normalmente riceve una parcella di 293 sterline (circa 444 Euro) per due visite.
“Bark mitzvahs” – la spiritualità e gli animali
Anche i bisogni spirituali vengono presi in considerazione. La Chiesa episcopale di St. Francis a Stamford, Connecticut, ad esempio offre perfino la Santa Comunione agli animali, oltre ad impartire loro una benedizione speciale, ha riportato il “Wall Street Journal” del 10 marzo.
Il “Journal” ha osservato che, nella crescente difficoltà di riempire le chiese, alcuni ecclesiastici stanno creando “pet-friendly worship services” [servizi liturgici dedicati agli animali]. In alcuni casi si arriva fino ai servizi domestici per gli animali malati, o ad accompagnare al cimitero i padroni di animali sottoposti ad eutanasia, per non parlare della liturgia funeraria per gli animali e i gruppi “bark mitzvah” [applicazione agli animali del concetto ebraico di “bar mitzvah”].
Secondo il “Journal”, dopo che le lapidi per i cimiteri degli animali si sono rivelate tra gli articoli più richiesti di “Petco”, l’azienda ha iniziato, nel 2002, a vendere anche lapidi commemorative. L’azienda “Hallmark”, specializzata in biglietti d’auguri, ha iniziato ad introdurre immagini spirituali nella linea dei biglietti dedicati agli animali. Intanto la “Skylight Paths” ha recentemente pubblicato un libro dal titolo “Ciò che gli animali possono insegnarci sulla spiritualità”.
A volte si è arrivati anche a dare la precedenza agli animali, rispetto all’esercizio umano della fede, ha riportato la BBC il 24 aprile scorso. Ad esempio, la chiesa di Santa Hilda in Ellerburn, nel North Yorkshire, potrebbe essere costretta a chiudere dopo essere stata invasa dai pipistrelli di Natterer.
La chiesa ha più di mille anni, ma in seguito ad una norma europea è diventato illegale danneggiare, distruggere od ostruire un accesso utilizzato da pipistrelli. Il reverendo Dave Clark, vicario
della chiesa, sostiene che i pipistrelli stanno allontanando i parrocchiani e che, in mancanza di affluenza, la chiesa dovrà essere chiusa. Essa si trova in un luogo che si ritiene sia stato occupato da un monastero fondato da Sant’Aidan nell’anno 647.
Due pesi e due misure?
Nessuno vuole negare la possibilità di poter godere del possesso di animali. Ma alcuni ritengono che la situazione sia andata troppo oltre, come riportato in un saggio pubblicato dal “Times” di Londra il 15 gennaio scorso. In un caso, i componenti di una famiglia sono stati condannati per aver abbandonato la nonna. Ad essi è stata comminata la pena pecuniaria di 240 euro – che corrisponde a circa un decimo della pena prevista per l’abbandono illegale degli animali.
Nel giugno 2002 la nonna di 68 anni era stata abbandonata da una delle due figlie sul ciglio di una strada. Successivamente il tribunale di Barcellona aveva disposto che i quattro componenti della famiglia erano in grado di prendersi cura della donna che soffre di senilità. Parallelamente, poco prima del giudizio, il governo regionale catalano aveva introdotto una legge che rende l’abbandono di animali punibile con una sanzione pecuniaria che può arrivare fino a 20.000 euro.
E mentre gli animali, in Gran Bretagna, hanno motivo di sperare nella possibilità di trapianti di organi, le azioni legali contro chi ha effettuato l’aborto di un feto di 28 settimane perché affetto da labbro leporino, non hanno finora avuto esito. Secondo il “Telegraph” del 9 maggio, Joanna Jepson, curato della Chiesa d’Inghilterra, che ha iniziato un’attività di contrasto alla normativa sull’aborto, ha accolto una richiesta della polizia di rimandare la sua azione legale dinanzi all’Alta Corte. Ricordi de “La fattoria degli animali”, veramente.