Avevo bisogno d’una visita alle orecchie. Da vari giorni ero assalito da dolori che preoccupavano me e i miei amici. Mi convinsero ad andare all’Amplifon, non solo per misurare l’eventuale perdita di udito, ma soprattutto per evitare il progredire del male.
M’accorgevo che le preoccupazioni mi rendevano pensieroso e mi toglievano il sorriso. Incontro un bambino che di solito con la luminosità del suo sorriso rifletteva la luce del mio volto; vedendomi stranamente pensieroso e preoccupato, mi mostra con una boccaccia un volto volutamente corrucciato, quasi a dirmi che non gli piacevo così. Ho capito che non ero specchio di fiducia in Dio perché vivevo all’ombra del mio io.
Quel bimbo mi ha spinto a vivere con fiducia piena nell’amore di Dio: solo stando a questa luce doniamo la luce.
Così rasserenato nell’animo vado all’Amplifon. Ma prima di entrare mi soffermo a guardare una grande foto sulla porta d’entrata: il ritratto di un anziano signore vistosamente sorridente; e sotto la scritta: sordo ma felice. Felice, perché, si capiva, portava un apparecchietto acustico che funzionava bene. Quel sorriso reclamizzava in modo indovinato ed efficace il buon lavoro dell’azienda.
“Ma io voglio essere felice – mi sono detto - soprattutto perché, in ogni circostanza favorevole o avversa, credo all’amore di Dio: questa è la mia salute che nessuno mi può rubare.
L’apparecchietto acustico può funzionare, come può anche non funzionare; ma l’amore di Dio funziona sempre, non tramonta mai”.
Ciao da p. Andrea
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