Il Papa ha inviato in Venezuela l’arcivescovo Claudio Maria Celli, ex presidente del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni sociali, già sottosegretario per i Rapporti con gli Stati, per favorire il dialogo tra il presidente Maduro (ricevuto nei giorni scorsi in Vaticano) e l’opposizione.
Lo rende noto l’Agi citando media locali, i quali spiegano che, come primo atto dopo l’arrivo, il presule ha chiesto alle parti l’apertura del tavolo per il dialogo sottolineandone l’urgenza in una situazione “molto grave”. Papa Francesco è “profondamente preoccupato” per la tensione nel paese, ha aggiunto Celli, “il suo desiderio è quello di favorire il più possibile la realizzazione e il successo di questo processo”.
L’arcivescovo ha confidato di nutrire “speranze” che questo processo di pace possa prosegue e stabilire “un metodo di lavoro e le fasi del dialogo”. “Ci sono posizioni diverse rispetto alle realizzazioni che si possono ottenere attraverso questo processo”, ha aggiunto, ma è importante “creare uno spazio” perché “nessuno di noi vuole passare alla storia come una persona che non ha fatto tutto il possibile per evitare la violenza”. Di qui l’invito a “trovare la strada nel quadro del diritto, della democrazia, della pace”.
L’esplorazione per creare le condizioni del dialogo è stata avviata sotto gli auspici dell’Unione delle Nazioni Sudamericane (Unasur) e di un team di mediazione composto da l’ex capo del governo spagnolo, José Luis Rodriguez Zapatero, e dai presidenti di Panama, Martin Torrijos, e della Repubblica Dominicana, Leonel Fernandez. Nelle ultime settimane si era unito al gruppo il nunzio a Buenos Aires, l’arcivescovo Emil Paul Tscherring.
Nel messaggio firmato dal primate del Venezuela, card. Jorge Urosa Savino, i presuli – informa il Sir – chiedono espressamente alle parti politiche “di essere coerenti con quanto richiesto al Santo Padre” e a comprendere che solo il cammino del dialogo, unitamente al rispetto per la Costituzione e le leggi, e non il perenne scontro, possono permettere di trovare delle soluzioni ai tanti mali che si attanagliano”.
La Conferenza Episcopale venezuelana invita poi le forze politiche a “rispettare l’impegno assunto davanti al Paese di avviare il dialogo il 30 ottobre, con l’accompagnamento del rappresentante della Santa Sede inviato a tal proposito, al fine di evitare una spirale di violenza che procuri un’ancora maggiore sofferenza al nostro amato popolo” e di “valorizzare la preoccupazione e lo sforzo del Santo Padre Francesco, affinché attraverso un dialogo rispettoso si trovino modalità e si gettino ponti per la ricerca di soluzioni ai grandi mali dai quali il Paese è avvolto in questo momento”. Di qui ancora un appello “ad ascoltare il popolo con le sue manifestazioni, speranze e richieste” e a “evitare appelli e azioni arrischiate che possano scatenare atti di violenza”.