USA: la Marcia per la Vita unisce Atlantico e Pacifico

In migliaia contro l’aborto a Washington e a San Francisco

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ROMA, martedì, 24 gennaio 2012 (ZENIT.org) – La Veglia Nazionale di Preghiera per la Vita si è conclusa con la messa presieduta dal cardinale designato Timothy Dolan, arcivescovo di New York, celebrata nel Santuario dell’Immacolata Concezione a Washington, prima che i fedeli si riversassero sulle strade della capitale.

La messa è stata celebrata alle 7.30 del mattino di ieri, 23 gennaio, al termine di una veglia durata l’intera notte precedente, durante la quale i fedeli hanno sostato in preghiera nella basilica dell’Immacolata Concezione, il principale santuario mariano d’America, definito dal cardinale designato Dolan, “la casa della madre” di tutti i fedeli presenti.

L’arcivescovo di New York e presidente della Conferenza Episcopale USA, ha dato il benvenuto ai manifestanti, ringraziandoli per la “raggiante ispirazione” fornita dalla loro testimonianza.
È importante non perdere la speranza di vincere la battaglia per la vita, ha esortato Dolan,. “La grazia di Dio, il potere di Dio sono illimitati! – ha aggiunto –. Non c’è malvagità, né orrore, né peccato che non possano essere redenti dai raggi della Sua grazia”.

Prendendo atto degli ostacoli rappresentati dalla promozione dell’aborto e della contraccezione come “diritti”, da parte dell’amministrazione Obama, il cardinale designato Dolan ha riconosciuto il rischio di essere tentati dalla disperazione e pensare che, per le cause pro-life, tutto sia perduto.

“Non per noi! Non per le migliaia che sono rimasti in preghiera qui dentro, nella casa di una donna incinta. Non per le centinaia di migliaia che marceranno oggi con le parole di We Shall Overcome che risuoneranno nelle nostre orecchie”, ha esclamato l’arcivescovo.

Paragonando la battaglia per la vita alla sfida di Davide a Golia, Dolan ha affermato che il Davide del movimento pro-life “è stato respinto dal Golia del ben oliato e ben confezionato movimento pro-aborto”.

“E tuttavia il Gigante Golia non ha vinto, non è vero? Ha trionfato il piccolo fiducioso, accorto, fedele ed energico Davide!”, ha concluso l’arcivescovo.

Per la Marcia per la Vita sono accorsi nella capitale USA circa 250mila dimostranti che hanno sfidato il gelo invernale, affrontando una lunga camminata a piedi. Oltre che dagli Stati Uniti, molti manifestanti pro-life sono arrivati dall’estero, in particolare da Canada, Paraguay, Australia e Belgio.

Come sempre si è trattato di una manifestazione aconfessionale ed inclusiva di tutti rappresentanti delle numerose chiese e religioni americane: sacerdoti cattolici, seminaristi, pastori protestanti, rabbini, assieme a famiglie e leader di movimenti giovanili.

Parallelamente alla Marcia per la Vita di Washington, un evento “gemello” si è tenuto sulla costa del Pacifico: un gruppo di circa 40mila dimostranti si è radunato di fronte al municipio di San Francisco, per poi riversarsi lungo la strada principale, percorrendo due miglia lungo Market Stretto fino all’Embarcadero.

“Siamo qui per dire che la vita è una scelta e le donne sono ferite dall’aborto”, ha detto Dolores Meehan, co-presidente della Walk for Life West Coast, che si è tenuta sabato, alla vigilia dell’anniversario della sentenza Roe v. Wade che nel 1973 legalizzava l’aborto negli USA.

Durante la marcia, il dottor Vansen Wong, ostetrico e ginecologo, ha raccontato la sua passata esperienza di medico abortista, pentitosi di aver messo fine a centinaia di piccole vite nascenti nel giro di sette anni.

“L’aborto è una barbarie, è qualcosa di intollerabile”, ha dichiarato Wang, che oggi lavora presso una clinica dove le donne incinte ricevono ultrasuoni. “L’aborto non ha posto in alcuna società civilizzata”, ha aggiunto il medico.

Un ex miss West Virginia, Jacquie Stalnaker, ha detto di essere stata costretta all’aborto dal suo ex fidanzato e del peso che ha portato per 24 anni. La Stalnaker, che è anche rappresentante regionale per la campagna Silent No More, un’organizzazione di donne che hanno praticato aborti, ha esortato la folla ad invitare i propri amici pro-choice  a visitare il sito del gruppo e ad ascoltare le storie di donne passate attraverso il dramma dell’aborto.

A parlare, tra gli altri, Lori Hoye, un’attivista afroamericana la cui madre rimase incinta a 15 anni e la cui sorella ebbe un aborto, e il predicatore Battista, il reverendo Clenard Childress. “Siete il sale della terra – ha detto il reverendo Childress rivolto alla folla -. Questo è più che un movimento pro-life. Questo è un movimento dello Spirito Santo, perché lo Spirito scaccia il male”.

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ZENIT Staff

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