Janusz Kotański, ambasciatore polacco presso la Santa Sede (foto W.Redzioch)

Janusz Kotański, ambasciatore polacco presso la Santa Sede (foto W.Redzioch)

“Un viaggio che passerà alla storia”

L’ambasciatore polacco presso la Santa Sede, Janusz Kotański trae un bilancio del pellegrinaggio di Francesco in Polonia

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È stato nominato ambasciatore della Polonia presso la Santa Sede nemmeno due mesi fa, perciò il suo primo grande impegno all’inizio dell’incarico è stato quello di contribuire ai preparativi del viaggio di Francesco nel suo Paese e accompagnare il Papa nel suo pellegrinaggio nella Patria di Giovanni Paolo II. È tornato stanco, cosa che non meraviglia, tenuto conto dell’intenso programma della visita, ma molto soddisfatto.
Janusz Kotański, storico, poeta, attivista di Solidarność, mi riceve nella sede dell’Ambasciata nel cuore di Roma, a due passi da piazza Venezia, per scambiare qualche riflessione sullo storico viaggio di papa Francesco in Polonia.
Ambasciatore, Lei ha trascorso cinque giorni in Polonia a fianco a Papa Francesco. Quali sono le sue prime impressioni di questo primo viaggio del Santo Padre in un Paese dell’Europa dell’Est? 
Il viaggio di papa Francesco è stato un grande successo. Innanzitutto perché, svolgendosi nell’Anno Santo della Misericordia, ha dato al Papa l’occasione di amplificare il messaggio della misericordia con delle riflessioni memorabili che passeranno alla storia. Io, personalmente, sono stato colpito dal suo discorso ai sacerdoti nel santuario di Łagiewniki. Importantissimo è stato anche il discorso del Papa durante la Veglia di preghiera al Campus Misericordiae di Cracovia, quando Francesco ha ricordato ai giovani che “non siamo venuti al mondo per ‘vegetare’, per passarcela comodamente, per fare della vita un divano che ci addormenti; al contrario, siamo venuti per un’altra cosa, per lasciare un’impronta”, aggiungendo che “quando scegliamo la comodità, confondendo felicità con consumare, allora il prezzo che paghiamo è molto ma molto caro: perdiamo la libertà”. Il Papa ha incoraggiato i giovani ad affrontare tutte le sfide del mondo moderno, ripetendo più volte le parole di Giovanni Paolo II: “Non abbiate paura”. Le parole del Papa sono molto chiare e comprensibili ai giovani anche se piene di metafore.
Come è andata dal punto di vista organizzativo?
Tutti hanno sottolineato che gli eventi della GMG e le altre tappe del viaggio sono state ben organizzate. E questo è merito del governo ma anche delle autorità locali. Non ho sentito voci critiche né da parte dei giornalisti né da parte vaticana, perciò sono sodisfatto e anche orgoglioso. Ma la cosa che ha colpito di più i partecipanti alla GMG è stata l’ospitalità dei Polacchi, in particolare durante i preparativi nelle varie diocesi. Spesso i giovani venivano ospitati in famiglie multigenerazionali che sono sparite in tanti Paesi occidentali. Del modo commovente dell’ospitalità dei Polacchi ha parlato il Papa durante il volo di ritorno, ricordando le sue esperienze con i Polacchi in Argentina, ed anche padre Lombardi.
Prima del viaggio ci sono state voci su presunte incomprensioni tra il Papa e il governo polacco…
Prima di tutto il viaggio di Papa Francesco è stato un’occasione per il Santo Padre di conoscere la Polonia e comprenderci meglio. Io, come ambasciatore, ho partecipato all’incontro del card. Pietro Parolin con il Primo Ministro polacco Beata Szydło (erano presenti anche il ministro degli esteri polacco Witold Waszczykowski, il sostituto della Segreteria di Stato, mons. Angelo Becciu e il nunzio, mons. Celestino Migliore) e posso confermare che non ci sono state divergenze nelle valutazioni delle varie situazioni.
Lei sicuramente può darci i numeri riguardanti la partecipazione agli eventi della GMG…
Nel primo incontro con il Papa a Błonia, a Cracovia, hanno partecipato 200mila giovani, poi il numero è aumentato ad ogni incontro: 400mila e 800 mila. Alla veglia c’era già 1,5 milione di giovani e alla Messa conclusiva circa 2 milioni. Ovviamente, bisognerebbe aggiungere anche decine di migliaia di persone che ogni giorno salutavano il Papa lungo le strade durante i suoi spostamenti.
Lei ha salutato il Papa all’aeroporto di Cracovia prima della sua partenza per Roma. Che cosa ha detto a Francesco?
Ho ringraziato il Papa per avere acceso il fuoco della misericordia in terra polacca. Il Pontefice mi ha ringraziato, invitandomi a fargli visita in Vaticano.
 

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Włodzimierz  Rędzioch

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