Un messaggio ai "cari amici buddisti" per promuovere la fraternità

Lo ha scritto il card. Jean-Louis Tauran rivolgendo gli auguri per una festività buddista che si celebrerà a maggio

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“Per costruire un mondo fraterno, è di vitale importanza che uniamo le forze per educare le persone, in particolare i giovani, a cercare fraternità, a vivere in fraternità e ad avere il coraggio di costruire fraternità”. Lo ha scritto il cardinal Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, in un messaggio di auguri indirizzato ai “cari amici buddisti” in occasione del Vesakh, la nascita e l’illuminazione del Buddha, che si celebra a maggio.

Il messaggio, precisa il card. Tauran, si ispira quest’anno al Messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale della Pace 2014, intitolato Fraternità, fondamento e via per la pace.

“Cari amici – scrive il porporato -, la vostra tradizione religiosa ispira la convinzione che le relazioni amichevoli, il dialogo, lo scambio di doni, ed il rispettoso ed armonioso scambio di vedute portano ad un atteggiamento di cortesia e di amore, che a sua volta genera relazioni autentiche e fraterne. Siete altresì convinti che le radici di ogni male siano l’ignoranza e l’incomprensione nate dall’avidità e dall’odio che, a loro volta, distruggono i legami di fraternità”.

Il mondo in cui viviamo, si legge ancora, è lacerato da “oppressione, egoismo, tribalismo, rivalità etniche, violenza e fondamentalismo religioso, un mondo dove ‘l’altro’ è trattato come un essere inferiore, una non- persona, o qualcuno da temere e, se possibile, da eliminare”. “Tuttavia – prosegue il testo -, noi siamo chiamati, in spirito di collaborazione con altri pellegrini e con le persone di buona volontà, a rispettare e difendere la nostra comune umanità nella varietà dei contesti socio-economici, politici e religiosi”.

“Attingendo alle nostre differenti convinzioni religiose – precisa il card. Tauran – siamo chiamati in particolare ad essere franchi nel denunciare tutti i mali sociali che danneggiano la fraternità; ad essere curatori, che aiutano gli altri a crescere nella generosità disinteressata, e ad essere riconciliatori, che abbattono i muri di divisione e promuovono nella società una vera fraternità fra singoli e gruppi”.

“Nel mondo odierno si assiste a una crescita del senso della nostra comune umanità e ad una ricerca globale di un mondo più giusto, pacifico e fraterno”, scrive ancora il porporato. Ma la realizzazione di queste speranze dipende “dal riconoscimento di valori universali”. È per questo, aggiunge, che “noi speriamo che il dialogo interreligioso, riconoscendo dei principi fondamentali di etica universale, possa contribuire a promuovere un rinnovato e profondo senso di unità e di fraternità fra tutti i membri della famiglia umana”.

“Cari amici – conclude il card. Tauran -, per costruire un mondo fraterno, è di vitale importanza che uniamo le forze per educare le persone, in particolare i giovani, a cercare fraternità, a vivere in fraternità e ad avere il coraggio di costruire fraternità. Preghiamo che la celebrazione di Vesakh sia un’occasione per riscoprire e promuovere nuovamente la fraternità, specialmente nelle nostre società divise”.

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ZENIT Staff

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