Un errore di Al-Azhar quello di congelare il dialogo con il Vaticano

Parla il Presidente della Comitato per il dialogo interreligioso di Al-Azhar

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di Emil Amin

ROMA, mercoledì, 6 aprile 2011 (ZENIT.org).- A margine della situazione attraversata attualmente dall’Egitto, ZENIT ha voluto intervistare il dottor Ali Al-Samman, che nel 1998 è stato l’artefice della nascita del Comitato congiunto che riunisce l’Università di Al-Azhar, con sede al Cairo, e il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso.

E proprio intervenendo sulla crisi nei rapporti tra la massima autorità dell’islam sunnita e il Vaticano, Ali Al-Samman ha voluto esprimere il suo punto di vista.

Cominciamo con il parlare dell’attentato contro la chiesa copta di Alessandria d’Egitto del 31 dicembre scorso. Come giudica quell’atto doloroso?

Ali Al-Samman: Quanto è accaduto ad Alessandria è più di un incidente spiacevole, e ciò che mi ha addolorato ancora di più è l’aver saputo successivamente che la responsabilità dell’incidente è da imputare ad alcuni funzionari dei servizi di sicurezza. Inoltre, quello che mi infastidisce in questo tipo di avvenimenti è il ritardo nello svolgimento delle indagini e il ritardo nel punire i colpevoli. Cosa in sé molto più pericolosa dell’incidente stesso.

Perché ultimamente si è assistito a una crescente violenza di stampo religioso in Egitto?

Ali Al-Samman: A mio parere, una delle ragioni principali della sedizione religiosa sta nel ritardo delle punizioni. Per esempio, quando si prende il caso di Al Kamouni, che ha ucciso alcuni copti nella città di Nagaa Hamadi, e vediamo che è dovuto passare un anno intero per poter avere una sentenza, questo vuol dire che siamo di fronte a un fatto spiacevole. Per questo, in più occasioni in articoli e interviste televisive, ho insistito sul fatto che occorre lavorare all’elaborazione di leggi concernenti le rivolte religiose che mettono in pericolo la sicurezza della nazione e occorre applicare delle misure eccezionali, rapide e deterrenti. Rimane, tuttavia, l’estremismo che è il padre spirituale di tutti questi crimini.

Come giudica le reazioni al commento del Papa Benedetto XVI su quanto accaduto ad Alessandria?

Ali Al-Samman: Quando certe espressioni vengono utilizzate da un leader, il giudizio che ne consegue è sempre piu duro, e se le affermazioni danno l’impressione che vi sia una autorità a proteggere i cristiani dell’Oriente, questo fa tornare alla memoria gli antichi sentimenti riguardo alla tutela di questa fazione di cristiani arabi che la storia ricorda come coloro che aiutarono i loro fratelli musulmani di fronte alle invasioni straniere.

Ma quanto ha detto Benedetto XVI meritava una tale opposizione da parte di Al-Azhar, che ha interrotto di fatto i canali di dialogo con il Vaticano?

Ali Al-Samman: Personalmente non sono d’accordo con la posizione di Al-Azhar, nel senso che se fossi stato io il responsabile, non avrei bloccato il dialogo in questo modo. Forse avrei preferito un periodo di passaggio, durante il quale tenere riunioni per arrivare ad una soluzione soddisfacente per ambedue le parti, senza dover congelare il dialogo. Ovviamente quando parlo di relazioni tra Al-Azhar e il Vaticano, parlo di uno dei piu importanti periodi della mia vita, quando ero il responsabile nel dialogo interreligioso dai tempi dello Sheikh Jad Al-Haq, e fino alla firma nel 1998 dell’accordo con il Vaticano, con lo Sheikh Mohammed Tantawi.

Quindi lei avrebbe preferito una reazione piu prudente?

Ali Al-Samman: Senza alcun dubbio, specialmente per il fatto che all’interno del Vaticano vi è un grande numero di persone in grado di fare da intermediari per risolvere le crisi con meno danni possibili. Rimangono importanti in questa facenda i cristiani del Medio Oriente, i loro interessi, e la loro presenza, e ciò che noi possiamo fare per loro. Io credo che le parole del Papa riguardanti l’Egitto fossero senz’altro influenzate dall’attacco precedente alla chiesa in Iraq. Questo potrebbe aver influito anche sul tono dei suoi appelli.

Cosa pensate della reazione del Minitero degli Affari Esteri egiziano che ha richiamato l’ambasciatrice presso la Santa Sede per delle consultazioni?

Ali Al-Samman: Non posso giudicare la posizione del Ministero degli Affari Esteri. Loro devono sottostare a delle regole diplomatiche proprie. Quello che è certo è che questo riflette uno stato di insoddisfazione creato dalle parole del Papa, anche se in realtà la diplomazia ha altre funzioni che vanno oltre le reazioni casuali. È sempre meglio lasciare la porta aperta per rivedere e valutare le questioni problematiche.

Ci sono voci musulmane in Europa che hanno giudicato uno sbaglio la decisione di tagliare le relazioni con il Vaticano. Cosa ne pensa?

Ali Al-Samman: Senza alcun dubbio, coloro che vivono in Europa si trovano a contatto con una diversa realtà e convivono nella società europea con diverse altre voci che conoscono un certo linguaggio della concordia e della collaborazione. E noi abbiamo veramente bisogno di tali voci.

[Traduzione a cura di Tony Assaf]

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ZENIT Staff

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