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Siate misericordiosi

Meditazione sulla Parola di Dio di lunedì 24 ottobre 2016 – Memoria liturgica di Sant’Antonio Maria Claret, Vescovo

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Lettura
Gesù contesta la religiosità vuota del suo tempo. Polemizza, ieri come oggi, contro chi vuole abbassare Dio ai nostri comportamenti ipocriti. Ed aprendo nuovi spazi di verità e di libertà, immette aria fresca nella rigida tradizione degli uomini che, pensando di fare un favore a Dio, trascura e danneggia gli altri. E Dio, non ci sta, si ribella. E non vuole neppure che l’uomo ci faccia l’abitudine.
Meditazione
Era sabato quel giorno! Basta questo per capire che ci saranno scintille: tra Gesù e i farisei, gli scribi e gli ipocriti di turno. Il teatro è una sinagoga dell’epoca, luogo di culto e, purtroppo, anche di equivoci e di banalità. La polemica esplode; a provocarla è Gesù. In verità, a provocarla è la grettezza del capo della sinagoga di allora e di quanti, ancora oggi, piamente lo seguono senza testa e senza cuore. Nell’immagine di questa donna curva, accasciata sotto il peso della malattia, che non riesce a stare diritta, c’è la verità di ciascuno di noi, dell’umanità intera. In attesa, però, di un salvatore capace di rimetterci all’impiedi. E quanto lo desideriamo! Ma da noi non ci riusciamo. Meno male che c’è Gesù, che di rimettere le persone all’impiedi ne ha fatto l’unica ragione della sua missione. E anche questa volta, con questa donna e con noi ci riesce. È sufficiente che se ne accorga, ci chiami, ci imponga le mani, e la liberazione è cosa fatta. Di nuovo all’impiedi, come e meglio di prima. C’è qualcosa o qualcuno che possa o voglia eccepire? Sembrerebbe di no, e invece sì. A lamentarsi è proprio il capo della sinagoga, che meglio degli altri doveva accorgersi che la salvezza entrava nel mondo. E mostra forte il suo disappunto e il suo sdegno. E, perché non abbia più a ripetersi, catechizza gli ascoltatori a scegliersi un altro giorno per farsi guarire, ma di sabato proprio no. Di sabato la salvezza è chiusa, e Dio è a riposo. Lo sanno tutti, anzi, lo si sa fin dall’inizio. Come mai Gesù non lo sa, se n’è dimenticato? Quell’“Ipocriti!”, gridato da Gesù, ci raggiunge e ci colpisce tutti. Perché, con mille distinguo, facciamo quello che ci conviene al posto di aiutare e sollevare i bisognosi. Gesù, invece, va diritto per la via della libertà e della salvezza. Ma noi, con chi stiamo? Con quelli che si vergognano o con chi esulta? Sospendiamo le parole ed ascoltiamo il nostro cuore, perché quella è la risposta vera.
Preghiera
Signore, rendici misericordiosi, capaci di chiedere e di dare perdono. Fa’ che possiamo imitarti, quando camminiamo nell’amore e siamo capaci di donare e di donarci agli altri. Piantaci come alberi lungo l’acqua viva della tua Parola, perché in noi ci sia abbondanza di frutti e non di foglie, e ci riesca di fare bene il bene.
Agire
Oggi provo ad aiutare qualcuno, e anche se non posso risolvere il suo problema, ce la metterò tutta per sollevarlo.
***
Meditazione a cura di mons. Calogero Peri, vescovo di Caltagirone, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di EdizioniART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it.

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ZENIT Staff

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