La storia del primo martire, Santo Stefano, è il preludio ad una costante imprescindibile della vita cristiana: essere odiati dal mondo, come è stato odiato Gesù, “perché Lui ha portato la luce di Dio e il mondo preferisce le tenebre per nascondere le sue opere malvage”. Lo ha detto papa Francesco nel corso dell’Angelus di oggi, meditando sul Vangelo odierno (Mt 10,17-22), che profetizza le persecuzioni per i discepoli del Nazareno.
“Per questo c’è opposizione tra la mentalità del Vangelo e quella mondana – ha ricordato il Santo Padre -. Seguire Gesù vuol dire seguire la sua luce, che si è accesa nella notte di Betlemme, e abbandonare le tenebre del mondo”.
“Il protomartire Stefano, pieno di Spirito Santo, venne lapidato perché confessò la sua fede in Gesù Cristo, Figlio di Dio – ha proseguito il Pontefice -. L’Unigenito che viene nel mondo invita ogni credente a scegliere la via della luce e della vita”.
Stefano ha quindi scelto “Cristo, Vita e Luce per ogni uomo” ed ha scelto la “verità”, diventando nello stesso tempo “vittima del mistero dell’iniquità presente nel mondo. Ma in Cristo ha vinto!”.
La festa odierna ha dato lo spunto al Papa per rammentare le “dure persecuzioni, fino alla suprema prova del martirio”, che tanti “fratelli e sorelle nella fede” subiscono “per rendere testimonianza alla luce e alla verità”, i “soprusi” e le “violenze” che sperimentano, venendo “odiati a causa di Gesù”.
“Oggi vogliamo pensare a loro ed essere vicini a loro con il nostro affetto, la nostra preghiera e anche il nostro pianto – ha sottolineato Francesco -. Nonostante le prove e i pericoli, essi testimoniano con coraggio la loro appartenenza a Cristo e vivono il Vangelo impegnandosi a favore degli ultimi, dei più trascurati, facendo del bene a tutti senza distinzione; testimoniano la carità nella verità”.
Il Santo Padre ha quindi esortato i fedeli a rinnovare “la gioiosa e coraggiosa volontà di seguirlo fedelmente come unica guida, perseverando nel vivere secondo la mentalità evangelica e rifiutando la mentalità dei dominatori di questo mondo”.
A tal proposito, Bergoglio ha ribadito che “i martiri di oggi sono in numero maggiore di quelli dei primi secoli” e che a molti loro è riservata la “stessa crudeltà” patita dai cristiani delle origini.
Un elogio speciale il Papa l’ha rivolto ai cristiani iracheni che ieri hanno celebrato il Natale presso la loro “cattedrale distrutta”, dando un esempio di coraggio e “fedeltà” a Cristo.
Dopo la recita della preghiera mariana, il Pontefice ha espresso gratitudine per i tanti messaggi di auguri pervenutigli nei giorni scorsi in occasione del suo 80° compleanno. “Non essendomi possibile rispondere a ciascuno – ha detto – esprimo oggi a tutti il mio sentito ringraziamento, specialmente per il dono della preghiera. Grazie di cuore! Il Signore vi ricompensi con la sua generosità!”.
Papa, Angelus del 19 giugno 2016 - CTV
Papa: “Più martiri oggi che nei primi secoli”
Durante l’Angelus per la festa di Santo Stefano, Francesco plaude all’eroismo dei cristiani iracheni. Poi ringrazia per gli auguri ricevuti in occasione del suo 80° compleanno