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Nulla è impossibile a Dio

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Mc 10,17-27

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Lettura
Gesù ha l’occasione di chiarire maggiormente il mistero del Regno: occorre lasciarsi trasfigurare dall’azione di Dio in noi, ammettendo come personalmente possibile per noi l’impossibile di Dio, che è molto più reale di tutti i calcoli umani. Al di fuori di questa prospettiva, l’osservanza scade in esteriorità, il discepolato si inaridisce nella ricerca di sicurezze umane, la ricerca della salvezza perde il suo centro di gravità nella grazia, Dio diventa a poco a poco Qualcuno a cui chiedere o aggrapparsi, ma senza affidamento alla sua totale e libera iniziativa.
Meditazione
L’interlocutore rivolge a Gesù una domanda che, per quanto ricca di pietà, rimane una sua domanda, frutto di sue esigenze, conclusione di un suo ragionamento. Gesù porta il dialogo su un livello diverso: non sui concetti, perché il buono non è una rappresentazione mentale, ma una persona: Dio; non sul fare, perché noi e “quel tale” conosciamo i comandamenti; non sulla vita eterna, perché tutto si gioca nel qui e ora; infine, nemmeno sui beni, perché nulla conta tenerli, né a nulla servirebbe lasciarli, se poi non ci si conosce, per rientrare in sé, e così ripartire da sé verso il mondo. Limite intrinseco a ogni vocazione è il ritenere che possedere buone disposizioni possa costituire una premessa alla sequela di Gesù. È vero, invece, il contrario, cioè l’accoglienza dell’invito di Gesù è la premessa di tutto quello che verrà. Questo almeno per due motivi. Il primo è l’origine della chiamata: essa risiede nell’iniziativa, personalissima e completamente libera di Gesù, di non appoggiarsi su una qualche nostra qualità. Il secondo è la qualità della chiamata: essa consiste nel porre la propria storia personale all’interno della Storia di Gesù, come ho ripetuto più volte: la sua Storia come Gesù di Nazaret e Cristo Signore nella Gloria, dalla sua nascita, anzi, dalla sua preesistenza fino alla sua esaltazione di Risorto. Si può conoscere bene chi sia Gesù senza averlo mai veramente incontrato. Si può andare a Lui con le nostre migliori intenzioni, eppure non essere capaci di ascoltarlo in assoluta umiltà. Si potrebbe essere liberi da ogni interesse umano, eppure fare di questa qualità interiore un idolo personale, piuttosto che un’offerta libera, nelle mani della libertà del Maestro.
Preghiera
Maria, Auxilium christianorum! O Maria, in te il nome di cristiano trova il suo pieno significato, tu che sei stata vicinissima al tuo Figlio Cristo Gesù. Aiutaci con l’esempio e l’intercessione a rinnovare ogni giorno la vocazione battesimale, per essere trasfigurati a immagine del nostro Salvatore.
Agire
A imitazione di Maria, oggi trasformerò ogni opera in offerta al Padre, passando dall’esteriorità vuota del fare alla fecondità della preghiera che fruttifica nella carità.
Meditazione del giorno a cura di don Marco Simbola, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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