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L'uniformità: ecco il pericolo della globalizzazione secondo il Papa

Francesco ha distinto l’unità dall’uniformità. Sull’attuale “cambiamento d’epoca”, ha invitato gli studenti di Roma Tre a “prendere la vita così come viene”

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“Bisogna prendere la vita come viene, senza paura”. Papa Francesco all’Università Roma Tre risponde così oggi, 17 febbraio 2017, a uno studente che gli ha chiesto come bisogna porsi dinanzi al “cambiamento d’epoca” che stiamo attraversando.
“L’epoca attuale è diversa – ha osservato il Santo Padre – e dobbiamo prendere le cose come vengono: se non impariamo a prendere la vita come viene, mai impareremo a viverla”.
A tal proposito, Francesco ha agitato una metafora calcistica: “La vita somiglia un po’ al portiere che prende il pallone da dove lo buttano, e la vita bisogna prenderla da dove viene”. Passando poi a un riferimento cinematografico, ha aggiunto che “non è ‘Tempi moderni’ di Charlie Chaplin, è un’epoca diversa, e bisogna prenderla, senza paura”, perché “la vita è così” ed “è un cambio di epoca”.
Bergoglio si è quindi soffermato sul richiamo a Roma quale “communis patria” fatto da un altro studente. “Noi dobbiamo cercare sempre l’unità”, ha detto. “L’unità che non è quel giornale…”, ha poi scherzato suscitando ilarità e applausi tra i presenti.
Egli ha però precisato qual è la vera unità, che “è cosa completamente diversa dall’uniformità”. Il Papa ha rammentato che “l’unità ha bisogno delle differenze” e quindi che “l’unità si fa con la diversità”.
Parlando dell’attuale epoca di globalizzazione, il Pontefice ha rilevato che “lo sbaglio è pensare la globalizzazione come se fosse un pallone, una sfera, dove ogni punto è a uguale distanza dal centro, non c’è differenza, tutto è uniforme”.
Secondo il Papa, infatti, “questa uniformità è la distruzione dell’unità perché ti toglie la capacità di essere differente”, cioè “l’unità nelle differenze”. Ecco allora che ha evocato la figura geometrica del “poliedro”, come ha fatto in precedenti occasioni. “C’è una globalizzazione poliedrica, c’è unità, ma ogni persona, ogni razza, ogni cultura sempre conserva la sua identità patria”.
Questa la bussola da seguire, anche in ambito accademico. “L’unità di una università va per quella strada – ha detto -, l’unità nella diversità e quando si fa questo le culture crescono, il livello culturale cresce perché è un dialogo continuo tra tutti i lati del poliedro”.
Francesco ha quindi proseguito spiegando che “il pericolo di oggi”, definito “un vero pericolo mondiale”, è di “concepire una globalizzazione nella uniformità che distrugge”.
La “communis patria” – concluso tornando al concetto evocato dallo studente – è laddove “si fa unità nella diversità”, dove “siamo accomunati, ma ognuno è diverso, distinto”.
[a cura di Federico Cenci]

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ZENIT Staff

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