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Lizzy Myers, la bimba di 6 anni che vuole incontrare il Papa prima di diventare cieca

La piccola, affetta dalla Sindrome di Usher che le farà perdere in pochi anni vista e udito, incontrerà domani il Pontefice con la sua famiglia dopo l’Udienza generale. Per lei una gara di solidarietà guidata da Unitalsi

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Lizzy Myers è una bella bambina americana proveniente da Bellville, in Ohio. Ha 6 anni e una famiglia unita alle spalle che la ama e la descrive come una bimba buona e solare. Lizzy Myers, però, è anche malata, affetta da una rara malattia genetica che la farà sprofondare nel giro di qualche anno nel buio e nel silenzio.

Si chiama Sindrome di Usher di tipo B e rende progressivamente cieco e sordo chi, come la ragazzina, ne è affetto. Le impietose prognosi mediche parlano di cinque, massimo sette anni, dopodiché nel mondo di Lizzy andranno via via scomparendo suoni, forme e colori, e resteranno solo i ricordi e le emozioni.

Per questo i genitori, papà Steve e mamma Christine, entrambi cattolici di origine italiana, hanno deciso di procurargli più ricordi ed emozioni possibili nei prossimi mesi, stilando una ‘lista di cose assolutamente da vedere’, sempre nei limiti delle loro possibilità economiche.

Tra queste di certo non rientrava un volo di oltre 8 ore dall’Ohio a Roma (il cui costo anche in classe economica si aggira sui duemila euro) per poter abbracciare Papa Francesco, come richiesto espressamente dalla piccola.

Invece il desiderio di Lizzy sarà esaudito, esattamente domani, mercoledì 6 aprile, al termine dell’Udienza generale in piazza San Pietro. Sarà esaudito grazie all’impegno dell’Unitalsi (Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali) di Roma che si è messa subito a disposizione della famiglia Myers e che, attraverso i suoi volontari, accompagnerà Lizzy, insieme ai genitori e alla sorellina Kayla, domattina all’Udienza del Santo Padre.

E sarà esaudito grazie anche alla Turkish Airlines che ha fatto dono dei biglietti aerei per la Capitale, e dell’Appia Antica Resort che ha offerto ospitalità. 

La vicenda di Lizzy – resa nota la scorsa estate da alcuni media americani – ha scatenato infatti una vera e propria “gara di solidarietà senza confini”, come spiega Alessandro Pinna, responsabile del Giubileo per l’Unitalsi. “Il Giubileo della Misericordia – dice infatti – è fatto anche da storie come questa della piccola Lizzy”.

“Una storia commovente” la definisce Emanuele Trancalini, presidente dell’Unitalsi di Roma che – afferma – “ci ha coinvolti anche emotivamente”. Per questo “abbiamo messo a disposizione della famiglia Myers i nostri mezzi per l’incontro con il Papa e per fare comprendere ai genitori di Lizzy che non sono soli nella battaglia contro questa terribile malattia”.

Tutto rientra nel ‘Progetto Bambini’, attraverso cui l’Unitalsi – spiega Trancalini – “spesso si pone al fianco di famiglie che devono affrontare il dramma della malattia di un figlio”. “Sappiamo che la prima cura per loro è quella di non lasciarli soli. Sicuramente inviteremo la famiglia Myers a Lourdes in occasione del nostro consueto pellegrinaggio di ottobre per fare insieme un cammino di speranza e di fede”.

“Credo che stare accanto a questa famiglia e a quelle che devono quotidianamente combattere contro la malattia dei propri figli sia un segno importante per sottolineare che Roma nonostante i tanti problemi è sempre la Capitale dell’accoglienza”, ribatte Pinna. E annuncia che, subito dopo l’incontro con il Papa in piazza San Pietro, la famiglia sarà ricevuta anche in Campidoglio.

Da parte sua, Tuncay Eminoglu, il benefattore turco di Lizzy, venuto a conoscenza della storia da alcuni giornali, ha detto: “Abbiamo voluto aiutare una bambina che non avrà mai la possibilità di vedere il mondo”.

L’arrivo a Roma dei Myers sarebbe dovuto avvenire lo scorso 30 marzo, ma la famiglia aveva perso una coincidenza aerea negli Stati Uniti. Arriveranno quindi nella Capitale questa notte e ripartiranno domani pomeriggio alle 15.30. Prima però, alle 12.15,  a margine della visita a Casa Bernadette dell’Unitalsi di Roma, i genitori saranno disponibili ad incontrare i giornalisti e raccontare l’emozione che la figlia ha vissuto e che nessuna malattia potrà rubarle.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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