© Servizio fotografico - L'Osservatore Romano

L'abbraccio del Papa ai sopravvissuti di Auschwitz e ai bambini "invulnerabili"

L’incontro dopo l’Udienza generale. Presentati al Pontefice diversi progetti di carità e solidarietà

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Erano 33 gli ex prigionieri del campo di concentramento nazista di Auschwitz venuti oggi in piazza San Pietro per l’Udienza generale del Papa. Ad accompagnarli Zdisława Włodarczyk, rappresentante della fondazione polacca Massimiliano Kolbe, che arrivò ad Auschwitz quando aveva appena 11 anni, nell’agosto 1944, e venne liberata il 27 gennaio 1945.
“Facevamo parte del gruppo dei bambini della Slesia, gli ultimi e più giovani prigionieri del lager di Auschwitz, e siamo letteralmente sopravvissuti all’inferno”, racconta la donna a L’Osservatore Romano. Al momento dell’arresto, ricorda, “siamo stati strappati ai nostri genitori che sono stati tutti sterminati”.
Tutto il gruppo ha potuto salutare il Santo Padre al termine dell’Udienza, insieme anche ad alcuni familiari di deportati nei campi di Ravensbrück, Mauthausen e Flossenbürg.
Dal Papa sono giunti i partecipanti al progetto in corso a Barcellona che “intende rendere i bambini invulnerables alla povertà”, come spiega suor Lucía Caram che ha presentato l’iniziativa a Papa Bergoglio. “Non ci si può solo commuovere per i bambini che non hanno nulla: bisogna passare all’azione concreta per sradicare la povertà, aiutando le famiglie nella loro vita di ogni giorno”, ha detto la religiosa; l’obiettivo è dunque di creare “migliori condizioni di vita” intorno ai piccoli. Per realizzarlo, però – fa notare suor Lucía – occorre veramente la collaborazione di tutti e un impegno continuo”. Per questa ragione è stata coinvolta “l’intera città di Barcellona”, a partire dagli amministratori fino alla famosa squadra di calcio con Messi e Neymar, passando per fondazioni e soggetti pubblici e privati.
Una simile storia di solidarietà concreta e attenzione ai più poveri è stata raccontata al Papa dai rappresentanti di Secours catholique d’Avignon et de Marseille. Significativo, in particolare, il progetto ‘Marcheurs de l’espérance’ che dal 2011 consente a un gruppo di persone povere francesi di percorrere il cammino verso Santiago de Compostela, vivendo un’esperienza spirituale di comunione e amicizia.
Un altro progetto presentato al Papa è quello che ha illustrato Serhiy Malyk, rappresentante del gruppo ucraino Wheels of Hope and Gratitudine, che ha mostrato anche una raccolta di disegni fatti da bambini che vivono nelle zone di conflitto. Il progetto prevede ora l’esposizione di questi disegni in diverse città ucraine per comunicare un messaggio di speranza, pace e riconciliazione.
L’impegno per aiutare le persone vittime dell’alcolismo è stato poi assicurato a Francesco dai rappresentanti di Al-Anon Family Groups Headquarters — la cui sede centrale è negli Stati Uniti d’America — riuniti a Roma per vivere insieme l’esperienza del giubileo.
Venivano invece da Taizé, dove hanno fatto tappa, i 47 pellegrini cinesi di Suzhou che hanno salutato il Papa con indosso i cappellini rossi con la scritta ‘I love Jesus’ e la bandierina del loro Paese. Francesco li ha salutati e ha voluto che gli raccontassero di questa esperienza forte di fede.
Con affetto, il Pontefice ha inoltre salutato suor Filomena Gisoldo che festeggia i suoi 94 anni, 70 dei quali vissuti con l’abito religioso delle francescane dei Sacri Cuori. “Ho accompagnato con particolare intensità nella preghiera il Papa nella sua visita alle popolazioni dell’Italia centrale colpite dal terremoto — racconta la suora — perché nel 1930, quando avevo 9 anni, rimasi sepolta per un giorno intero sotto le macerie per il sisma che colpì la mia Irpinia. E mia madre morì accanto a me”.
Del terremoto il Santo Padre ha parlato anche con i responsabili dell’Istituto italiano della donazione, che hanno recentemente lanciato anche una raccolta fondi per i terremotati insieme ad altre iniziative organizzate da quasi 200 realtà locali, piccole e grandi. La raccolta ha coinvolto, tra l’altro, 1500 studenti di cinquanta scuole. Tutto questo lavoro, spiega Edoardo Patriarca, presidente dell’istituto, “è mirato a promuovere un cambiamento culturale per fare in modo che il tema della gratuità sia al centro del nostro agire”.
Il Papa ha salutato infine i ragazzi autistici venuti da Tortona con i loro familiari e con l’aiuto dell’associazione “Correre per…” che li sostiene nell’integrazione, attraverso l’attività sportiva proposta dal progetto Filippide. Poi ha incontrato i partecipanti all’iniziativa ‘Tutti i cammini portano a Roma’, promossa “per celebrare la Via Francigena — come spiegano gli organizzatori — ma soprattutto per onorare San Francesco e San Benedetto e portare al Papa un messaggio di impegno e responsabilità sociale e ambientale”. I pellegrinaggi confluiranno a Roma: sabato 8 ottobre ci sarà una celebrazione nella Basilica ostiense mentre domenica i fedeli saranno in piazza San Pietro per l’Angelus.
Tra i doni presentati al Papa, infine, una statua che raffigura San Giuseppe mentre gioca con il piccolo Gesù dell’artista colombiano Wilder Gómez, e la scultura denominata ‘Angelo del soccorso’, simbolo del premio nazionale “che ogni anno verrà assegnato a una persona che avrà compiuto un gesto spontaneo di amore, altruismo e solidarietà”, come spiega Antonio Cucè, vigile del fuoco di Livorno. Il premio sarà consegnato il 29 giugno: quel giorno del 2009 avvenne, infatti, nella città toscana la tragedia ferroviaria in cui persero la vita 33 persone.
Francesco ha infine accarezzato i cani che fanno parte della rappresentativa italiana reduce dai campionati mondiali di agility dog svoltisi nei Paesi Bassi.

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ZENIT Staff

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