La riconciliazione in Terra Santa, segno di una nuova era

Andrea Riccardi al XXV Incontro Internazionale per la Pace di Sant’Egidio

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BARCELLONA, martedì, 5 ottobre 2010 (ZENIT.org).- “La riconciliazione in quella regione, nella sicurezza di Israele, nel disarmo dei violenti e dei terroristi, nella patria per i palestinesi, è difficile, ma sarà il segno profetico di una nuova era per il mondo”.

Lo ha affermato questo lunedì Andrea Riccardi durante la celebrazione del XXV Incontro Internazionale per la Pace in svolgimento a Barcellona (Spagna) fino a questo martedì, sul tema “Vivere insieme in un tempo di crisi. Famiglia dei popoli, famiglia di Dio”.

Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, ha aggiunto che “bisogna raggiungere una soluzione condivisa senza nascondere le difficoltà”.

La Comunità di Sant’Egidio e l’Arcivescovado di Barcellona hanno organizzato questo incontro che rinnova lo spirito della Giornata di Preghiera di Assisi convocata da Papa Giovanni Paolo II nel 1986.

I dibattiti e le preghiere hanno cercato di promuovere la pace in ogni luogo del mondo, anche se l’edizione di quest’anno ha dedicato un’attenzione speciale al Medio Oriente, ha reso noto la Comunità.

All’atto inaugurale sono intervenuti il Ministro per i Rapporti Diplomatici e della Diaspora di Israele, Yuli Yoel Edelstein, e quello per le Questioni Religiose dell’Autorità Nazionale Palestinese, Mahamoud Al-Habash.

Il Ministro israeliano ha dichiarato che “la pace non può essere ostaggio degli uomini armati” e che “buoni muri non rendono buoni vicini”.

Il Ministro palestinese, dal canto suo, ha espresso il desiderio che “Israele accetti la mano tesa” perché “la via per la pace è chiara, e ora dobbiamo applicare il metodo del dialogo”.

Entrambi i politici hanno espresso l’auspicio di giungere alla pace davanti a più di 350 autorità politiche e religiose, tra cui il Presidente del Montenegro, Filip Vujanovic, il Rabbino Capo di Israele, Yona Metzger, e il Ministro egiziano per le Questioni Religiose, Zakzouk.

Il dialogo tra i due Ministri è continuato in uno dei numerosi colloqui accolti dall’Incontro, non solo a Barcellona, ma anche in città vicine come Tarragona e Terrassa.

Entrambi hanno condannato la violenza contro i libri sacri e contro sinagoghe e moschee, lamentando l’attacco di questa domenica contro una moschea in Cisgiordania.

“Chi attacca le moschee lo fa contro ogni profeta, Abramo, Gesù e Maometto, e contro il Dio del Corano e della Torah”, ha dichiarato Al-Habash.

Le posizioni dei due Ministri sono apparse più distanti circa la moratoria sugli insediamenti e la natura dell’occupazione.

Per il Ministro palestinese, la relazione con Gaza è esclusivamente un problema interno dei palestinesi, che “si risolverà quando verranno definiti i confini dello Stato palestinese”. Il politico ha anche dichiarato che sarà possibile un dialogo tra Hamas e Fatah come è avvenuto all’interno di tutta la comunità politica.

Il Ministro israeliano ha invece sottolineato che “non possiamo firmare un accordo con l’Autorità Palestinese e non chiederci cosa accadrà con Hamas a Gaza”.

Edelstein ha anche spiegato di essersi mostrato contrario al ritiro da Gaza temendo “una recrudescenza della violenza, ma dobbiamo lavorare per le giovani generazioni, perché non si radichino nell’odio”.

Il Ministro israeliano ha quindi lodato il dialogo promosso a Barcellona dalla Comunità di Sant’Egidio e ha affermato che se si vuole avanzare non bisogna aver paura di parlare dei problemi, dei rifugiati e di Gerusalemme.

Ortodossi

L’Incontro è iniziato questa domenica mattina con una Messa nella chiesa di Santa María del Mar di Barcellona, presieduta dal Cardinale Lluís Martínez Sistach, Arcivescovo della città.

Per la prima volta in Spagna, ha pronunciato l’omelia di una liturgia eucaristica un metropolita russo ortodosso, l’esarca della Bielorussia Filarete, che fa parte di una numerosa delegazione del Patriarcato di Mosca insieme al responsabile per le Relazioni Esterne del Patriarcato, il metropolita Hilarion, e ad altri metropoliti.

Il Cardinale Martínez Sistach ha affermato che in tempi di crisi “possiamo vederci tentati a lasciarci trascinare dallo scoraggiamento”, come se si dicesse “proponiamo la pace, ma è il conflitto che domina”.

Nella sua omelia, il metropolita Filarete ha chiesto: “Ha forza e senso la nostra preghiera? Non è vana la nostra fiducia? Non ha abbandonato il Signore un mondo che fugge dal Vangelo in modo così meticoloso?”.

Come risposta, i due Vescovi hanno sottolineato la via del dialogo e della fede per affrontare le difficoltà del mondo contemporaneo, in cui prevalgono il conflitto e lo scetticismo.

Durante la Messa, è stato letto il Messaggio che il Papa ha fatto giungere all’Incontro attraverso il Segretario di Stato vaticano, il Cardinale Tarcisio Bertone.

Questo vertice mondiale di religioni e culture ha una grande relazione con la visita che il Papa compirà a Barcellona a novembre, ha affermato il Cardinale Martínez Sistach.

“In questi giorni si riunisce qui una famiglia di popoli che è la famiglia di Dio, ed è una cosa che sta molto a cuore a Benedetto XVI, come il dialogo tra le religioni”, ha dichiarato il porporato venerdì in una conferenza stampa di presentazione dell’Incontro Internazionale per la Pace.

 

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ZENIT Staff

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