La diversità umana e il senso della bellezza

Il 21 marzo si celebrano la Giornata Mondiale della Poesia e la Giornata Mondiale sulla Sindrome di Down

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Il 21 marzo si celebrano due eventi di rilevanza internazionale: la Giornata Mondiale della Poesia e la Giornata Mondiale sulla Sindrome di Down. Due eventi che, in Italia, hanno il loro fulcro organizzativo rispettivamente nella Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco e nel CoorDown, il Coordinamento associazioni delle persone con sindrome di Down. Numerose le attività e le iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica, fra le quali occorre almeno segnalare il film online How Do You See Me?, disponibile sul canale YouTube di CoorDown: un video realizzato con la collaborazione della celebre agenzia pubblicitaria Saatchi&Saatchi e la partecipazione della star americana Olivia Wilde, ambasciatrice di diverse associazioni no profit.
La Giornata della Poesia è stata istituita nel 1999 dall’Unesco (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura) al fine di sottolineare la funzione privilegiata dell’espressione poetica nella promozione della pace, del dialogo e della comunicazione sociale. Sempre le Nazioni Unite sono sede quest’anno di una Conferenza sulla sindrome di Down, intitolata My Friends, My Community, nella quale il tema dell’inclusione viene visto non solo come tutela di diritti, percorsi di autonomia e programmi di riabilitazione, ma anche e soprattutto come sfida culturale, volta a superare le discriminazioni basate su preconcetti e aspettative stereotipate.
“Per fare inclusione, non basta inserire dei bambini o dei ragazzi con sindrome di Down in una scuola – spiega Martina Fuga, membro del Comitato Direttivo di CoorDown –. Così come non serve inserire un ragazzo in un contesto lavorativo se l’ambiente non è pronto e preparato ad accoglierlo. È necessario preparare l’ambiente e la società dal punto di vista culturale. Si potrà davvero fare inclusione solo quando la disabilità sarà percepita come una manifestazione naturale e legittima della diversità umana”.
Nella concezione utilitarista dominante (la cosiddetta “cultura dello scarto”, per usare le parole di Papa Francesco), la diversità umana, nelle sue molteplici forme – la disabilità, la malattia, la condizione anziana –, viene quasi sempre percepita nell’accezione negativa di fragilità e di debolezza. E invece nella fragilità, scrive lo psichiatra Eugenio Borgna nel suo saggio La fragilità che è in noi (Ed. Einaudi, 2014), “si nascondono valori di sensibilità e di delicatezza, di gentilezza estenuata e di dignità, di intuizione dell’indicibile e dell’invisibile che sono nella vita, e che consentono di immedesimarci con più facilità e con più passione negli stati d’animo e nelle emozioni, nei modi di essere esistenziali, degli altri da noi”.
Queste parole si prestano perfettamente per presentare una bella silloge di poesie – intitolata Noi poeti – che merita una particolare attenzione non solo per essere stata scritta da una ragazza portatrice della sindrome di Down, ma anche per il suo intrinseco valore letterario. Il libro, rintracciabile in versione pdf sul web, risale a una decina d’anni fa, per l’esattezza all’anno 2006. Ma in questo caso non è la novità editoriale che conta, bensì la capacità di offrire testimonianza di come si possa vivere con vitalità e con slancio, anche in una condizione esistenziale oggettivamente difficile.
 
CREDERE
La nostra strada che passa in mezzo a prati verdi,
fiori di tutti i colori,
cantano.
La nostra vita è importante per noi,
per tutti i nostri amici.
Il vento porta la mia canzone…
Vola nel cielo.
Mille colori di primavera.
Il cuore: stelle nella notte.
La preghiera è sentirsi nelle braccia di Dio.
Gesù io ti penso sempre,
ti aiuterò sempre
gentile e generosa.
Sei tu nella natura,
le prime parole d’amore:
pace, verità…
Noi amiamo.
Tu amerai sempre noi.
Io ti ascolterò sempre,
con tutto il mio cuor.
L’autrice di questa poesia, tratta dall’antologia suddetta, si chiama Giulia Pertile. È nata a Padova nel 1982, ha frequentato la scuola dell’obbligo e successivamente si è diplomata presso l’istituto Ruzza-Selvatico. Leggiamo nella sua nota biografica: “Lavora in una cooperativa che si occupa di restauro e rilegatura di libri, ha coltivato la passione per la lettura e la scrittura, in particolare per la poesia, in modo autonomo”.
Maria Pia Turri, che fu insegnante elementare di Giulia e che ha curato il volume, scrive nella prefazione: “La sua comprensione dell’essenza dei messaggi dei vari autori mi ha lasciato spesso a bocca aperta. Arrivava sinteticamente al nucleo più facilmente dei suoi compagni. Dare fiducia, incoraggiamento e collaborazione a persone che si pensano diverse e limitate, significa aprire a se stessi orizzonti preziosi, che arricchiscono e completano…”.
Le poesie di Giulia sono espressione dei suoi sentimenti, pensieri e riflessioni; spesso sono espressione della gratitudine nei confronti di quanti la incoraggiano e le vogliono bene. Il titolo delle poesie porta, a volte, il loro nome. Come ad esempio questo componimento, intitolato Ottorino, che Giulia ha dedicato a un suo collega di lavoro:
 
OTTORINO
I tuoi occhi belli,
come la primavera.
Nascono i fiori dai campi,
accendi la tua luce,
come una stella.
Occhi sinceri,
caldo il tuo cuore,
apre la tua anima leggera,
come neve soffice e bianca.
Senza rami, senza foglie,
guardi lontano.
I tuoi occhi profondi,
come il tuo pensiero.
Il vento soffia sottile,
canto d’uccelli,
guardano i tuoi occhi dello spirito.
Il tuo sorriso dall’anima,
che vola, accende
la fiaccola della vita.
Renzo Vianello, docente dell’Università di Padova, ha scritto a proposito dell’opera di Giulia Pertile: “Dopo aver letto il suo volume mi sembra opportuna una riflessione: la sua condizione di diversità è relativa e riguarda alcune competenze o aspetti della vita. Nel leggere le sue poesie non ho trovato alcuna diversità, ma ho provato un sentimento di riconoscenza: quello che si ha sempre di fronte alla cose belle. Siamo di fronte ad una testimonianza: le persone con sindrome di Down, se opportunamente aiutate, possono vivere la vita con coraggio, nella ricerca della positività. Per cogliere veramente i bisogni delle persone disabili è necessario un lavoro personale, interiore, volto a definire che cosa è centrale nella vita…”. E su queste parole, concludiamo con una poesia davvero bella, che ci sembra intensamente rappresentativa della sensibilità e del mondo poetico di Giulia Pertile.
 
POESIA
Parole che cantano,
parole che danzano,
parole che fanno sognare,
parole dal cuore,
parole che vivono, ridono, aiutano,
a leggere,
pensare,
scrivere,
parlare di sogni.
***
I poeti interessati a pubblicare le loro opere nella rubrica di poesia di ZENIT, possono inviare i testi all’indirizzo email: poesia@zenit.org
I testi dovranno essere accompagnati dai dati personali dell’autore (nome, cognome, data di nascita, città di residenza) e da una breve nota biografica.
 Le opere da pubblicare saranno scelte a cura della Redazione, privilegiando la qualità espressiva e la coerenza con la linea editoriale della testata.
Inviando le loro opere alla Redazione di Zenit, gli autori acconsentono implicitamente alla pubblicazione sulla testata senza nulla a pretendere a titolo di diritto d’autore.
 Qualora i componimenti poetici fossero troppo lunghi per l’integrale pubblicazione, ZENIT si riserva di pubblicarne un estratto.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Massimo Nardi

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione