La Chiesa in Oriente: sfide e particolarità

Parla Sua Beatitudine Antonios Naguib

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di Carmen Elena Villa

CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 20 ottobre 2010 (ZENIT.org).- Un appello al dialogo e al rispetto tra le varie religioni è stato rivolto questo martedì pomeriggio da Sua Beatitudine Antonios Naguib, Patriarca di Alessandria dei Copti (Egitto) e Relatore Generale del Sinodo del Medio Oriente.

Un comunicato della Sala Stampa della Santa Sede diffuso questo mercoledì ha reso noto che Sua Beatitudine sarà creato Cardinale da Papa Benedetto XVI nel Concistoro del 20 novembre prossimo.

Il presule ha partecipato a un incontro con i giornalisti nella Sala Stampa della Santa Sede, avvertendo dei pericoli dell’islamofobia, quando si equipara l’islamismo con il terrorismo. “Quanti musulmani ci sono al mondo?”, ha chiesto, rispondendo che sono 1.200.000.000.

“Se dovessimo dire che al 10% sono terroristi ce ne sarebbero 120.000.000, ma se ci fossero 120 milioni di terroristi nel mondo non avremmo alcuna forma di vita”.

“Ecco il messaggio”, ha detto. “Sappiamo che è una questione risolvibile, è possibile trovare dei ponti, riunire le idee, aiutare a maturare, combattere. E’ una cosa fattibile”.

Il Medio Oriente, ha aggiunto, ha sofferto “giorni neri quando i cristiani erano perseguitati e si sono rifugiati nei vicini Paesi musulmani”, e i due credo hanno vissuto insieme per 14 secoli. “Viviamo bene, con i musulmani siamo vicini”.

Ha quindi portato un esempio quotidiano che si vive nella sua comunità: “Una mamma musulmana che va a fare la spesa e passa dalla vicina cristiana, bussa sulla porta e dice: ‘Per favore, mi puoi tenere i bambini finché non torno?’”.

“C’è un dialogo più forte di questo?”, ha chiesto il Patriarca ai giornalisti. “Non dico che non ci siano difficoltà”, “ma dico che questi problemi dobbiamo affrontarli con razionalità e capire la situazione per poter trovare le soluzioni adatte”.

Quanto ai risultati del Sinodo nelle Chiese particolari, Sua Beatitudine Naguib ha affermato: “Non so se i fedeli sentiranno direttamente che il Sinodo abbia risolto i loro problemi. Questo è compito nostro”.

I frutti, ha detto, dipenderanno, oltre che dall’azione dello Spirito, dalla “bravura dei Vescovi, dal loro lavoro e dalla capacità di comunicare il messaggio che arriverà dal Santo Padre”.

Alla ricerca della pace

Di fronte a una domanda sul traffico di armi dall’Oriente all’Occidente, monsignor Naguib ha affermato che “se il mondo ogni mese risparmiasse per un giorno quello che spende per gli armamenti potrebbe combattere la povertà in tutto il mondo”.

Con l’autosufficienza economica, ha osservato, “diminuirà questo senso di rabbia, di voler la vendetta di tutto il mondo senza alcuna ragione”.

Ad ogni modo, ha detto di non credere che nelle conclusioni del Sinodo verrà incluso questo punto: “La Chiesa non ha un ruolo politico. E’ piuttosto un pastore”.

Celibato

Uno dei giornalisti ha interpellato il presule sul tema dei sacerdoti sposati, visto che il Codice di Diritto Canonico Orientale fa un’eccezione e permette a uomini sposati di essere ordinati sacerdoti.

Questa eccezione riguarda le Chiese che si sono riunite a Roma, alle quali è stato permesso di mantenere quella disciplina, che nella Chiesa latina non era mai stata presente. “La Chiesa latina ha lottato per il celibato, rispetto le istruzioni della Chiesa latina”, ha detto il Patriarca.

A suo avviso, il fatto di ammettere o meno sacerdoti sposati “non risolverà il problema delle vocazioni, e non risolverà il comportamento buono o cattivo del sacerdote”. Ciò che conta, ha osservato, è portare avanti con coerenza e fedeltà la disciplina con cui si vive la propria vocazione.

Il Patriarca ha infine segnalato l’importanza per la Chiesa in Medio Oriente del valore della preghiera, che “ci aiuta a portare avanti la nostra missione nella terra in cui il Signore ha voluto collocarci”.

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ZENIT Staff

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