L’atomo tra domande e certezze

Al Meeting di Rimini si discute del rapporto tra scienza e verità

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di Antonio Gaspari

RIMINI, lunedì, 22 agosto 2011 (ZENIT.org).-La scienza può fornire certezze assolute? E’ sufficiente dire che una cosa è scientificamente dimostrata per dire che è vera? Quanto c’è di relativo nella nostra conoscenza delle cose del mondo?

A questa ed ad altre domande sul tema ha cercato di rispondere il Meeting di Rimini con la mostra “Atomo indivisibile? Domande e certezze nella scienza”.

La mostra a cura di Euresis racconta la storia delle tappe che hanno portato alla scoperta della struttura atomica, uno di quei punti di non-ritorno che hanno cambiato il cammino della scienza.

Nel 1911, esattamente cento anni fa, Ernest Rutherford condusse gli esperimenti che lo portarono al suo modello atomico “planetario”, aprendo così la strada alla fisica nucleare e alla chimica, con prospettive che ancora oggi sono lungi dall’essere esaurite.

Ha scritto Marco Bersanelli, docente di Astrofisica all’Università degli Studi di Milano e collaboratore presso lo IASF (Istituto Nazionale di Astrofisica), che “nessuno oggi può ragionevolmente dubitare, ad esempio, che la materia è composta di atomi e che ogni atomo ha una struttura interna con un nucleo circondato da elettroni”.

Grazie a sofisticate tecniche sperimentali, i fisici hanno ottenuto vere e proprie immagini dei singoli atomi, ma ben prima che questo fosse possibile, dubitare dell’esistenza degli atomi perché non li si poteva vedere direttamente sarebbe stato come dubitare dell’esistenza dell’America per il solo fatto di non esserci mai stati di persona.

Questo mostra – ha precisato Bersanelli – che “solo una concezione vasta della ragione, intesa come apertura sul reale secondo tutta la sua strutturale ampiezza, può rendere conto dell’esperienza di genuina conoscenza che, sia pure lentamente e non senza errori, la scienza consente di fare”.

Lunedì 22 agosto, nel presentare l’esposizione, Mario Gargantini, direttore della rivista “Emmeciquadro”, ha spiegato che “la mostra è nata non solo dalla provocazione del titolo del Meeting ma anche dalle parole che il beato Giovanni Paolo II aveva pronunciato nel 1982 durante una visita al Cern”.

Il Pontefice polacco in quell’occasione sollevò alcune domande: “Esistono delle componenti elementari e indivisibili della materia? Quali sono le forze che agiscono tra esse?”.

A rispondere a queste e alle altre domande è stato chiamato il prof. Lucio Rossi, responsabile dei Magneti Superconduttori del CERN di Ginevra.

Di fronte ad oltre quattromila persone curiose di apprendere, il prof. Rossi ha spiegato che l’attuale teoria che descrive la struttura più intima della materia, il cosiddetto ‘modello standard’ prevede l’esistenza di sei quark e sei leptoni più le corrispettive anti-particelle. Esistono inoltre quattro particelle di interazione, corrispondenti alla quattro forze fondamentali.

Tra le nuove ipotesi presentate dal professor Rossi la più consistente sembra quella dello scozzese Peter Higgs e del famoso Bosone, che sta alla base del progetto dell’accelleretare LHC e da cui ci si aspettano conferme importanti.

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ZENIT Staff

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